Il caso di Giovanni Iannelli continua ad agitare le acque tanto negli uffici della Federazione quanto sul territorio piemontese.
CANDIDATURA A RISCHIO – In seno alla FCI, dove la discussione su quanto non è stato fatto fino ad oggi in tema di sicurezza degli atleti in gara è sempre più al centro dell’attenzione, uno dei giudici del Tribunale Federale che si sono astenuti dalla decisione sul procedimento relativo alla gara di Molino dei Torti, l’Avv. Massimo Rosso, è stato candidato alla presidenza del Comitato Regionale Piemonte nel segno della “continuità” con l’attuale gestione del ciclismo regionale. Una candidatura che, oltre ad essere incompatibile con le norme stabilite dallo statuto della FCI (clicca qui per leggere l’articolo), risulta poco opportuna anche alla luce di quanto accaduto nella vicenda processual-federale che ha riguardato la gara alessandrina.
Proprio uno dei giudici del Tribunale Federale che, astendendosi dal giudizio, avrebbe “graziato” gli organizzatori del Circuito Molinese, infatti, il prossimo 13 dicembre potrebbe essere scelto dagli stessi tesserati a proprio rappresentante regionale scatenando un conflitto di interessi che oltre ad essere una questione di forma, in questa vicenda, assume anche un rilievo concreto ed attuale.
LA RIVOLTA DI MOLINO – Ma, come anticipato, la rivolta contro alcune clamorose prese di posizione, si è fatta sentire anche tra le strade di Molino dei Torti venendo amplificata da alcuni post pubblicati sui social network. Al centro della bufera ci sono, ancora una volta, le parole dell’avvocato del comune di Molino dei Torti con cui il legale del comune affermava che “la presenza di altri figli o nipoti (…) concorre ad attutite il dolore per la perdita di un figlio”.
Parole terribili che da più parti hanno scatenato una fragorosa levata di scudi ma che sono state, invece, confermate dal primo cittadino di Molino dei Torti, Anna Fantato: “Nella difesa si sono esposti vari argomenti per contrastare l’eccessività della richiesta risarcitoria; fra questi argomenti si è fatto un breve cenno al fatto che in casi simili i criteri di valutazione monetaria del danno si ispirano a tabelle seguite a livello nazionale con minimi e massimi. Tale valutazione dipende da molteplici fattori fra i quali lo status della vittima, l’essere o meno figlio unico, l’aver lasciato un legame sentimentale in certe condizioni” ha spiegato la sindaca molinese che ha rilanciato: “La frase maliziosamente estrapolata da un contesto più ampio e ritenuta offensiva, va letta nello spirito di una doverosa difesa tanto più d’obbligo, vista l’entità della pretesa. Ritengo che invocare l’intervento dei media e dei social per scatenare gravi ed intollerabili offese contro chi è del tutto al di fuori di ogni responsabilità sull’accaduto, riveli di per sè la carenza di validi addebiti da far valere in giudizio”.
Una presa di posizione che ha fatto infuriare una parte dei cittadini di Molino dei Torti che hanno sentito il dovere di dissociarsi pubblicamente dalle affermazioni del primo cittadino che imputa a Carlo Iannelli di cercare visibilità attraverso i social network.
A farsi portavoce della protesta è stata Fabiana Busatti, la giovane molinese che ha assistito dal vivo alla caduta fatale di Giovanni: “Qui da noi si sta manifestando parecchio risentimento tra le persone per bene che hanno a cuore quello sfortunato ragazzo. Più di quante pensavo, dato che ho temuto di essere la sola a stare dalla parte del corridore in questi 13 mesi” ha spiegato Fabiana. “Noi abbiamo deciso di dissociarsi dalle terribili parole scritte dall’avvocato del Comune nel quale non ci riconosciamo minimamente, anzi troviamo offensive ed inappropriate. E non lo faremo solo con un “insignificante” post su Facebook ma prendendo posizione in modo fermo contro chi di dovere”.
IL MESSAGGIO DI FRANCESCO – Non è rimasto in silenzio anche uno degli amici di Giovanni Iannelli, Francesco Chiuchiolo che ha pubblicato un messaggio su Facebook diretto direttamente al sindaco di Molino dei Torti: “Lei parla di visibilità. Le spiego. Il Signor Iannelli vuole semplicemente che la verità venga a galla, ma quando si ha a che fare con una specie di “mafia”, bisogna utilizzare tutte le strade possibili purchè lecite, e nel nostro caso nessuno ha sconfinato nell’illecito, nè è caduto in basso con affermazioni come la sua. Vogliamo parlare di visibilità? Bene, mi spiega perchè anche lei è stata complice di una gara con un arrivo mortale che, guardacaso, era proprio sotto il balcone del suo municipio? Forse lei accettando questa situazione ha cercato visibilità a scapito della vita di ragazzi da poco maggiorenni” ha concluso Chuchiolo nel suo accorato appello.