Prime 11 gare andate in archivio. Festival dei velocisti le chiamano. Circuiti del campanile alcuni le definiscono. C’è quella che pare una antica giostra medievale con il cavalier con cavallo e lancia pronto ad infilzar in singolar tenzone l’avversario che gli sta di fronte. C’è quell’altra che si inerpica su e giù lungo strappetti e discesine che a farle e rifarne una cinquantina di volte ti giran la testa e le palle. Ma ci sono. Da San Michele di Piave alla San Geo, da Pianzano a Compito i numeri son sempre gli stessi. Su per giù 500 dilettanti in gara. Dal freddo al gelo alla pioggia della prima settimana al vento e alle cadute di domenica tra il Veneto e la Toscana, la stagione degli under23 ed elite è partita a pieno regime.
NUOVE GARE, PROBLEMI VECCHI – Tra nuove corse come quella di Carpaneto Piacentino – onore e merito a Matteo Provini che l’ha messa in cantiere in “due e due, quattro” – a San Genese, in provincia di Lucca, una gara scavezzacollo, dove a farla da padrone sono state le brutte cadute e la durezza del percorso in un tracciato stretto e tortuoso, ma insomma s’è corso… Una stagione iniziata già con una feroce polemica accesa dalle partecipazioni “ad invito” e delle liceità di un fattore K che ancora pare abbia corsie preferenziali a dispetto delle iscrizioni fatte alle 00.00 o a mezzanotte e un centesimo – peggio di Cenerentola che se ne fugge dal Principe Azzurro allo scoccare della metà della notte-. A Belricetto c’è chi ha messo in mostra il peggio del ciclismo. Direttori sportivi pronti a “bruciare palco e transenne” metaforicamente parlando, pur di partire ad una corsa dove l’iscrizione per alcuni era oltre i duecento e poco più. Un circuito assurto a “mondiale di primavera” dove pure gli organizzatori si son sentiti di far la voce grossa inviando mail a team per invitarli cortesemente di rimanere a casa, quando alla fine c’era posto quasi per tutti. Un circuito per il quale si era tentata la formula dello sdoppiamento, under21 al mattino, under23 ed elite al pomeriggio, oppure i primi duecento iscritti al mattino e i restanti duecento al pomeriggio. E infine il pari e dispari in base alle iscrizioni: corrono l’uno, il tre e il cinque e così via al mattino, il due, il quattro, il sei etc etc al pomeriggio. Alla fine hanno corso in 150, pochi di più, e anche stavolta, alla fine, nessuno si è stracciato le vesti…
In questi primi due week end di gare davvero abbiamo registrato un ciclismo dilettantistico sull’orlo della pazzia. Corse nelle Marche dove parte uno sparuto gruppetto e plotoni interi a Treviso e Lucca. Un ciclismo che divide a metà l’Italia dilettantistica del pedale. Al centro-Sud quasi non ci si ricorda più che esista un ciclismo che sempre più si pratica in due regioni: Veneto, Toscana e con qualche puntata in Lombardia.
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E in tutto questo accapigliarsi insonne del giovedì sera, ad attendere il fanalino verde del fattore K che permetta di apportare le ultime modifiche alle iscrizioni, sempre più vige il regolamento dell’invito. L’organizzatore invita i team che più gli interessano, magari gli amici che nel treno della volata possono aiutarti a vincere allo sprint. Un ciclismo che diventa sempre meno lotta diretta. Ci sono team che preferiscono correre al centro Italia dove si spostano meno squadre e di conseguenza meno corridori, ma ci sono sempre meno gare – vedi le Marche – per fare piazzamenti che in altre parti non sarebbero permessi, a causa dello strapotere dei squadroni super organizzati.
POPOLARISSIMA E FATTORE “I” – E altri che si sono organizzati da poco e che chiedono solo di essere presi in considerazione. Raccogliamo ad esempio la lamentela dei vertici del nuovo team Hopplà Petroli Firenze, lasciati a casa da alcune gare di valore nazionale. Una tra queste è la Popolarissima che si correrà domenica prossima a Treviso. In concomitanza tra l’altro con un’altra nazionale, il Gp San Giuseppe di Montecassiano.
“Non ci hanno invitato – spiega il presidente factotum Claudio Lastrucci, con la sua solita verve toscana che non le manda a dire a nessuno -. E si che abbiamo già vinto tre gare ad inizio stagione. La più bella la Firenze Empoli con il nostro Davide Ballerini. A Treviso avrebbe potuto giocarsela alla grande. Non vogliamo pensar male. Ballerini era un ex atleta del team che organizza la gara…. – e lascia in sospeso il pensiero messer Lastrucci -. Va beh, vorrà dire che quando verranno in Toscana ricambieremo il favore…”
E poi affonda: “Ci avevano chiesto di fare una continental. Abbiamo ragionato e alla fine abbiamo scelto di non farla. A che serve. A venir a far le corse regionali o a correre qualche volta con i professionisti? Per non essere invitati da nessuna parte e pagarci tutto? Se abbiamo buoni corridori ce li convocano in nazionale e fanno già esperienza in nazionale, le corse belle le facciamo anche qui in Toscana. A che serve andare all’estero per non essere manco riconosciuti, pagare un botto di spese e non vederci scritti da nessuna parte e non dare spettacolo come abbiamo fatto finora”.
Intanto siamo a martedì. Tra due giorni scatta l’appuntamento dei diesse con il fattore K. A Mezzanotte l’ora X. K+X. Pare una equazione matematica. K : Fattore : X : Ora. E con il fattore K si è aggiunto pure il “fattore I” di Invito. Il ciclismo, in assenza di gare, diventa sempre più selettivo.