Il “caso Liberazione” continua a tenere banco e, in attesa della riunione convocata a Milano dopo le richieste avanzate con la “lettera di Mercatale” per il prossimo 18 aprile che vedrà di fronte i vertici federali e i rappresentanti dei team dilettantistici, il Presidente della FCI, Renato Di Rocco, ha voluto rispondere ai direttori sportivi anche attraverso i microfoni di Ciclismoweb.net.
“Confermo che il Liberazione è in stato di sofferenza già dagli ultimi anni della Gestione Bomboni e qualche volta è stato salvato anche con il sostegno federale. Nulla è valso, nonostante abbia un brand accattivante e si corra sulle strade della capitale” esordisce il Presidente federale. “L’impegno di tutti è stato utile per mantenere in vita un evento conosciuto nel mondo: in passato diversi soggetti, anche provenienti da altre regioni tra cui il Veneto, si sono proposti per acquisire il Liberazione e risolvere così lo stato di disagio economico ma non si è mai arrivati ad una conclusione. L’ultimo a farsi avanti in ordine di tempo è stato il titolare della Cicli Lazzaretti, un negozio storico di biciclette del comune di Roma, che ha affiancato anche la gara femminile”.
Dopo l’edizione 2017, effettuata dalla Cicli Lazzaretti con l’accordo della Sc Primavera e il supporto del Ministro Luca Lotti, la gara per il 2018 era stata assegnata alla ASD Lazzaretti Team dal Consiglio Federale del 21 dicembre 2017 sulla base degli accordi in essere con la Primavera Ciclistica.
Solo a gennaio, secondo quanto ricostruito dal Presidente, è stata presentata la richiesta della Primavera Ciclistica per l’iscrizione del Gp Liberazione U23 al calendario internazionale: di conseguenza il Team Lazzaretti, per rispetto nei confronti della Primavera Ciclistica, ha fatto un passo indietro lasciando l’organizzazione della corsa appesa ad un filo.
La notizia arrivata alla Fci e, soprattutto al Ministro Luca Lotti, ha coinvolto nuovamente il numero 1 del ciclismo italiano: “Il Ministro mi ha chiesto di intervenire per salvaguardare un evento che è unico nel suo genere grazie ad un circuito di sei chilometri che si snoda tra bellezze storiche, architettoniche e paesaggistiche straordinarie. Una corsa che può vantare un albo d’oro fatto di grandi nomi e campioni provenienti da tutte le parti del mondo. Per questo motivo ho riconvocato le parti per trovare un accordo che permettesse di gareggiare e di soddisfare le richieste del Ministro Lotti”.
Un interessamento, quello di Renato Di Rocco, motivato anche dal contributo economico garantito dal Ministero dello Sport per il recupero del Giro d’Italia U23, dell’organizzazione del Giro Rosa, del Gp Liberazione e del Campionato del Mondo di Paraciclismo di Maniago.
“In tutto questo la FCI si è fatta carico della gestione e della rendicontazione quale garante dei contributi erogati dal Ministero” ha precisato Di Rocco. “Perdere il Liberazione avrebbe messo a repentaglio anche gli altri eventi. Per tutte queste ragioni la Federazione si è attivata a favore del Gp Liberazione più di quanto abbia fatto per altri eventi. Ringrazio quindi i team che vorranno partecipare per onorare un evento che deve rendere orgoglioso l’intero mondo del pedale italiano”.
Una questione spinosa, quella romana, destinata a far scaturire altre discussioni ma che, dopo le spiegazioni fornite dal Presidente Di Rocco, assume toni decisamente diversi rispetto a quelli trapelati nei mesi scorsi dalle scarne comunicazioni fornite dagli organizzatori. Ora la palla passa nuovamente ai Ds italiani che avranno la possibilità di cogliere l’appello del Presidente, ricompattando il movimento, o di proseguire in una opposizione destinata ad andare oltre il prossimo 25 aprile.