Domenico Pozzovivo se ne sta in un cantuccio all’Hotel Calinferno mentre va in scena la conferenza stampa di fine stagione della Barhein Merida, il team di matrice araba ma di connotazione italiana. Al tavolo raccontano la stagione Franco Pellizzotti e Sonny Colbrelli assieme a Alex Carera e Paolino Slongo. Insomma la matrice trevigiana nei colori rosso amaranto della Barhein incide non poco, sponsor compresi. Un team che sta crescendo nel difficile mondo del Wolrd Tour ma che cerca dei legami forti con il territorio tricolore.
Domenico Pozzovivo nel Veneto da dilettante ci ha corso parecchio e ascolta in disparte, osservando con sguardo pungente, quelli che saranno i suoi prossimi compagni di avventura. Non può ovviamente ancora comparire con i colori della nuova squadra. Ma prendervi parte si. Era “stanco” di correre Oltralpe e aveva voglia di un po’ d’azzurro italiota. “Correre in Francia per così tanti anni, certamente è stata una esperienza unica, una apertura al mondo che manca troppo spesso ai corridori di casa nostra, ma avevo voglia di respirare un po’ di aria di casa. Certo essere al fianco di Nibali e non più da avversario è un pregio non da poco. Vincenzo è un grande capitano e si fa far amare dai compagni di squadra, un ottimo regista in corsa e numeri da campione a non finire”.
Stanco del nazionalismo francese, sorride parlando di Gianni Moscon: “Povero Gianni, davvero è nel mirino degli amici d’Oltralpe, ma è un vero talento il ragazzotto trentino, esuberante ma che sa farsi rispettare. E sicuramente capiranno anche i francesi, in gruppo, il suo valore. Certo, ci vuole …carattere nel sopportare questi continui attacchi ma sopravviverà”.
Intanto gongola Paolino Slongo, trevigiano doc, che sabato in ammiraglia guidava Vincenzo Nibali alla conquista del Giro del Lombardia, la classica delle foglie morte. “Abbiamo chiuso comunque una grande stagione. Il Giro di Lombardia Vincenzo lo ha vinto alla maniera dei grandi corridori, ma non dimentichiamoci i podii di quest’anno. Il terzo posto al Giro d’Italia, il secondo alla Vuelta. Vincenzo segue i miei dettami da quando era con me alla Liquigas. Il nostro è un rapporto fraterno e fiduciario. Ed ora si sta avviando verso la maturità Un grande corridore”.
Il guascone Sonny Colbrelli se la ride invece. Dopo la Cina le meritate vacanze. Il bresciano, anch’esso molto legato al trevigiano (ex Zalf ) sembra aver trovato la sua dimensione nella Barhein, un capitano come Vincenzo e un regista come Franco Pelizzotti, trevigiano d’adozione. “Ho preso le misure del World Tour quest’anno. Ora spero arrivino pure per me gli anni della maturità. E soprattutto affinare il mio spunto in volata. Mancano sempre quei pochi centimetri al traguardo delle grandi classiche. Ma sono convinto di avere in squadra compagni che sapranno pilotarmi bene sotto la fiamma rossa dell’ultimo chilometro”.
La chioccia Franco Pelizzotti: “Con un capitano come Vincenzo quest’anno ho potuto svolgere un lavoro eccezionale. Sono stato preso per essergli al fianco nei momenti difficili, ci conosciamo bene con Nibali, ci capiamo con un colpo d’occhio. Il capolavoro del Lombardia è merito di tutti noi. Ed pra siamo già a testa bassa per lavorare bene per la stagione 2018. Si punta anche a un mondiale. Con Vincenzo Nibali e Domenico Pozzovivo, credo che in Austria potremo fare un bel regalo al cittì Davide Cassani”.
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