La prima a votare è stata la Valle d’Aosta che ha eletto alla guida del proprio comitato regionale una donna: Francesca Pellizzer che sarà affiancata nel prossimo quadriennio dai vice Salvatore Russotto e Mirko Voyat. Il prossimo sabato 3 dicembre, invece, toccherà alla provincia autonoma di Bolzano e ai comitati regionali di Lombardia e Marche. Se nella terra affacciata sull’Adriatico si va verso la riconferma del presidente uscente Lino Secchi, in Alto Adige le società saranno chiamate a scegliere tra ben tre candidati: il presidente uscente Antonio Lazzarotto e gli sfidanti Salvatore Falcomatà ed Elena Valentini.
LOMBARDIA, UN VOTO CHE PESA – Di ben altro peso, invece, la sfida in Lombardia che, insieme a quelle di Veneto e Friuli, sarà destinata ad incidere anche sul destino della corsa per la poltrona nazionale. Da una parte Francesco Bernardelli, dall’altra colui che per quattro anni è stato il suo vice: Cordiano Dagnoni, supportato tra gli altri, dagli amici e consiglieri uscenti Fabio Perego e Paolo Pioselli. Esperienza contro novità, passato contro futuro ma anche e soprattutto uno dei movimenti più importanti del panorama nazionale che necessità di trovare un punto di svolta e rilancio per non affondare sotto il peso di una storia gloriosa e di fronte ad un avvenire sempre più incerto.
PIEMONTE, PER IL DOPO MARCHEGIANO – Da seguire con attenzioni anche le votazioni che andranno in scena nelle altre regioni del nord Italia: in Piemonte (4 dicembre), dopo l’annuncio di Rocco Marchegiano che lascerà la direzione del Comitato Regionale in attesa di sapere se avrà un ruolo a livello nazionale in caso di rielezione di Renato Di Rocco, l’unico candidato su cui convergeranno le preferenze delle società sarà il giovane ed intraprendente Consigliere Nazionale uscente Giovanni Vietri che potrebbe contare su di un vice di grande esperienza come il giornalista Marco Pasquetti che, dopo essere stato per anni il braccio destro di Marchegiano, nell’agosto del 2015 è stato nominato commissario straordinario del comitato provinciale della FCI di Cuneo.
VENETO, CHE ARIA TIRA? – Quattro anni fa, nell’inedito doppio turno che permise a Raffaele Carlesso di tornare ad essere presidente regionale battendo il rivale Renzo Zanchetta, a ricoprire un ruolo decisivo furono i presidenti provinciali e, su tutti, quello di Treviso, Ivano Corbanese, e quello di Verona, Gianluca Liber. Archiviate le Olimpiadi di Rio che hanno portato all’ombra del leone di San Marco la splendida medaglia d’oro di Elia Viviani, sono stati proprio Corbanese e Liber a tessere la trama per creare un gruppo alternativo al presidente uscente. Un lavoro durato mesi per i dirigenti delle due province più “ciclistiche” del Veneto ai quali mancava solo un punto di riferimento per la presidenza: il suggerimento è arrivato direttamente da Roma con il consigliere nazionale uscente, Igino Michieletto pronto a tornare in regione. Raffaele Carlesso però non demorde: la sua squadra è ben bilanciata e il “presidentissimo” ha esperienza da vendere.
La corsa verso il prossimo 17 dicembre si annuncia ancora molto lunga e, dopo le votazioni in provincia di Venezia, sono già sorte le prime grane per il gruppo di Michieletto: l’ex professionista Moreno Argentin che si era fatto promotore di una cordata per il movimento veneziano, infatti, dopo la sconfitta subita è divenuto una autentica spina nel fianco dell’ex consigliere nazionale svelando in anteprima l’intenzione di Michieletto di ripagare l’impegno elettorale del consigliere uscente Italo Bevilacqua con la carica di presidente regionale onorario.
FRIULI, IL NUOVO CHE AVANZA – Il vero cambiamento, però, per il ciclismo italiano potrebbe sorgere proprio ad est. Dopo la riconferma di Eliana Bastianel a Pordenone tutto sembrava scritto per il presidente uscente Bruno Battistella che, invece, il prossimo 11 dicembre dovrà vedersela con uno sfidante che arriva direttamente dalla base e che con entusiasmo sta riaccendendo le speranze sopite dell’intero movimento friulano. Si tratta dell’ex corridore e ds Stefano Bandolin che ha formato una squadra competente e appassionata, decisa a cambiare volto ad un ciclismo che sembra accusare ogni giorno di più le difficoltà economiche e la scarsità di idee.
BACCI E TUVO GIA’ SICURI, E IN SICILIA? – Se in Toscana (10 dicembre) e Liguria (12 dicembre) gli unici candidati saranno rispettivamente i presidenti uscenti Giacomo Bacci e Franco Tuvo, in Sicilia e Puglia si va incontro ad altrettanti duelli. Sull’isola, dopo il commissariamento che ha visto alla guida del comitato regionale Francesco Miceli, le società saranno chiamate a scegliere tra Diego Guardì e Angelo Pistritto. In Puglia, invece, il presidente uscente Pasquale De Palma dovrà vedersela con lo sfidante Oronzo Simeone.
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