Stefano Bandolin corre verso la riconferma alla guida del Comitato Regionale friulano: il giovane presidente che in questi quattro anni ha fatto scattare il nuovo corso del ciclismo del Friuli Venezia Giulia a 10 giorni dalle votazioni in programma domenica 13 dicembre a Palmanova (Ud) può contare su di un bilancio più che positivo fatto non solo da numeri importanti ma anche di clamorosi successi dal punto di vista organizzativo e di crescita di giovani talenti.
Per capire come il Friuli Venezia Giulia sia tornata ad essere una regione di riferimento per il ciclismo nazionale ed internazionale è sufficiente unire questi tre dati: il primo riguarda la ripresa delle attività. Il Friuli, infatti, è stata la prima regione ad allestire una gara (su pista) dopo il lungo periodo di lockdown, si è trattato della prima prova del Master delle Piste andato in scena l’8 luglio a Pordenone. Una ripartenza a cui sono seguite una serie di manifestazioni tra cui il Giro del Friuli Juniores, unica gara a tappe della categoria disputata nel 2020 in Italia e quello degli elite che ha potuto vantare una partecipazione internazionale senza precedenti.
Il secondo elemento racconta dei tantissimi titoli tricolori conquistati dagli atleti friulani, i più prestigiosi in palio in questo 2020 per le categorie giovanili: il Cycling Team Friuli, società di Udine, ha fatto l’en-plein tra gli Under 23 con Giovanni Aleotti e Jonathan Milan, la Rinascita Ormelle ha fatto la parte del leone su pista tra gli juniores con Alessio Portello e Manlio Moro senza dimenticare il titolo per società conquistato nel ciclocross dalla DP66 Giant SMP e quello individuale di Ettore Fabbro nel cross country.
Il terzo dato, infine, è quello dei numeri dei tesserati sempre in trend positivo in ogni categoria e in ogni disciplina negli ultimi quattro anni.
“Sono dati che fanno venire la pelle d’oca per una regione come la nostra nella quale stiamo cercando di far si che la passione per il ciclismo si tramuti sempre più in economia e turismo” ha commentato giustamente soddisfatto Bandolin. “Quattro anni fa siamo partiti dalle piccole cose senza fare grandi proclami ma migliorandoci e cercando di imparare da chi faceva meglio di noi. Abbiamo dato un pò di ossigeno ai vari comitati provinciali senza dimenticare mai nessuno e le società hanno risposto con entusiasmo. Da Pordenone a Trieste, senza dimenticare Udine e Gorizia abbiamo rimesso in piedi una rete di relazioni che sono diventate il nostro punto di forza”.
E uno degli esempi più brillanti di come possa ben funzionare un Comitato Regionale sono stati i Campionati Italiani giovanili su pista andati in scena quest’estate nell’impianto di San Giovanni al Natisone: “Quella di San Giovanni è una delle amministrazioni comunali con cui abbiamo lavorato per rilanciare il ciclismo. Hanno creduto nel nostro progetto e ci hanno appoggiato mettendo a nuovo l’impianto. Il Covid ci ha costretto a rinviare l’evento tricolore ma, nonostante tutto, siamo riusciti a mettere in piedi una rassegna brillante, che ha valorizzato gli atleti in gara ed è stata piacevole da seguire”.
Il Friuli Venezia Giulia è da sempre terra di confine e la crescita del movimento friulano in questo quadrienno è passata anche dai buoni rapporti con le federazioni di Austria, Slovenia e Croazia.
“Certamente, il ciclismo è uno sport che non conosce confini e crediamo che proprio grazie al confronto internazionale i nostri ragazzi abbiano la possibilità di crescere e migliorarsi. In questi anni abbiamo avviato un intenso rapporto con le altre federazioni che sta dando i propri frutti. Non è un caso se ogni anno, al nostro evento di fine anno sia sempre stato presente almeno un rappresentante proveniente da oltre confine”.
Nonostante i risultati ottenuti, ci sono cambiamenti importanti nella sua “squadra” per il prossimo quadriennio. Come mai?
“In questi primi quattro anni ho avuto al mio fianco delle persone che hanno lavorato con passione e professionalità come Francesco Seriani e Giancarlo Patriarca ma che, purtroppo, per alcuni impegni personali non hanno la possibilità di proseguire l’impegno in Comitato. Continueranno comunque a far parte del nostro gruppo di lavoro che è molto più ampio del direttivo del comitato regionale dove faranno la propria entrata quattro elementi che già da alcuni anni accompagnano l’attività del comitato come Davide Specogna, che è l’attuale presidente della Commissione Cicloturistica, e Alessandro Brancati, talent scout e allenatore di grande valore. A questi si affiancheranno Stefano Visintin e Alan Olivo che rilanceranno l’azione del nostro comitato con entusiasmo e voglia di fare”.
Un aspetto che la rende fiero di questo suo primo mandato da presidente?
“Non uno ma due. Mi è piaciuto molto il lavoro che abbiamo svolto per rilanciare il mondo del ciclismo femminile regionale e i risultati si sono visti sia su pista sia nel ciclocross. La medaglia di bronzo ottenuta nell’inseguimento a squadre femminile nei tricolori giovanili ci ha riportato ai livelli di quando la nostra regione poteva contare su delle ragazze di grande valore come la Cecchini, la Torcut e la Cristofoli. E poi l’organizzazione di BMX a Rivignano che ci ha portato al passo con le regioni più avanzate anche in questa specialità”.
Un Comitato, quello friulano che in questi ultimi anni si è strutturato in maniera importante. Quali le scelte decisive?
“Abbiamo assunto una impiegata fissa che è a disposizione di tutte le società e che funge da punto di riferimento per ogni esigenza: questo ci ha permesso di dare delle risposte puntuali e precise ai nostri tesserati. In più siamo arrivati ad acquistare un furgone che consente ai nostri ragazzi di affrontare in maniera comoda anche le trasferte più lunghe ed impegnative: si tratta di un investimento valido non solo per i campionati italiani ma anche per affrontare allenamenti di specialità negli impianti fuori regione”.
Presidente, quattro anni fa il suo successo ha permesso alle società friulane di cambiare passo. Oggi i feedback dei tesserati della sua regione le sorridono ma se non dovesse essere riconfermato cosa farà?
“Iniziamo con il dire che fare il presidente per me non è un lavoro ma un servizio che ho scelto di offrire al ciclismo della mia regione per cui, se le società decidessero che non hanno più bisogno di me, farei i miei migliori auguri a chi verrà dopo perchè, credo, sarà difficile fare meglio di quanto siamo riusciti a fare negli ultimi quattro anni. Se, però, le elezioni dovessero andare male ritengo che potrei mettere a frutto l’esperienza maturata in questi anni per candidarmi al consiglio federale nazionale con Bruno Battistella. In due, certamente, potremmo portare con ancora maggior forza le istanze del Friuli anche a Roma. Scongiuri e battute a parte, mi piacerebbe davvero poter proseguire il lavoro avviato sino ad oggi e raccogliere, insieme alle nostre società, i frutti che ci attendiamo copiosi”.