Un vero e proprio tsunami si è abbattuto quest’anno sul mondo dello sport e i dati attuali fanno pensare che la tempesta non sia ancora finita. A farne le spese tra le altre discipline, nella primavera del lockdown, è stato il movimento di base del ciclismo su strada.
Una delle province che hanno pagato il maggior scotto è stata quella di Padova che, comunque, nonostante le mille difficoltà ha ospitato ben quattro prove tricolori. E dire che il 2020 delle due ruote padovane si era aperto con ben altre prospettive: “Avrebbe dovuto essere una stagione di crescita con un bellissimo calendario che eravamo riusciti a mettere a punto che prevedeva alcune nuove gare e degli appuntamenti di grido come il passaggio del Giro d’Italia, il tricolore professionisti e quello juniores. Invece, proprio mentre eravamo sulla linea di partenza è arrivata la pandemia che ha cambiato tutto. Da quel momento abbiamo dovuto azzerare i programmi fatti e ricostruire piano piano ogni singola corsa. Non appena è stato possibile siamo ripartiti con la cronometro di Piazzola sul Brenta del 2 agosto”. A rivivere l’ultima annata di ciclismo è il numero uno del pedale padovano, il presidente provinciale della FCI Giorgio Martin.
Appassionato sincero della disciplina delle due ruote che tra poche settimane concluderà il proprio mandato alla guida del Comitato provinciale, Martin vede comunque il bicchiere mezzo pieno: “Nonostante la paura e le scarse certezze le società padovane hanno saputo mettere in cantiere diverse gare che hanno permesso ai nostri ragazzi di esprimersi in questi ultimi mesi. Una bellissima iniziativa è stata la Challenge Mamma e Papà per i giovanissimi. Monselice ha festeggiato ugualmente l’arrivo del Giro d’Italia, Cittadella ha vissuto un bel fine settimana con i Campionati Italiani dei professionisti e a Montegrotto la Work Service ha fatto un egregio lavoro per far disputare in sicurezza il Campionato Italiano Juniores. Altre due belle giornate di ciclismo le abbiamo vissute grazie alla gara nazionale juniores a San Martino di Lupari portata avanti da Rino Baron e a quella di San Pietro Viminario che ha assegnato anche il titolo provinciale”.
Si poteva fare di più?
“Iniziamo con il ringraziare tutte le società che ci hanno messo del proprio per organizzare anche una singola gara. Lo hanno fatto con impegno, adattandosi ai protocolli e affrontando numerose problematiche in un periodo di ristrettezze economiche. Ci siamo difesi in un momento difficilissimo nel quale abbiamo rischiato la cancellazione totale del nostro movimento giovanile. Si poteva fare di più ma per riuscirci c’era bisogno di un messaggio più chiaro dalla FCI nazionale. Sono tanti i presidenti di società che hanno rinunciato per evitare responsabilità legate al Covid: credo che, come oggi la FCI si è mossa per consentire l’effettuazione delle assemblee elettive, sarebbe stato doveroso un input chiaro per limitare all’applicazione dei protocolli le responsabilità degli organizzatori”.
Cosa le è mancato di più in questo 2020?
“Sono mancate le gare degli Under 23 ma, più di tutti, mi sono mancati gli appuntamenti di ogni domenica con i giovanissimi. Poi è mancata una gara per allievi, tanto che abbiamo assegnato il titolo provinciale in trasferta a Bassano del Grappa”.
In tutto sono state 14 le gare che si sono disputate in territorio padovano da agosto a metà ottobre. Dal Campionato Italiano professionisti alle quattro prove della Challenge Mamma e Papà riservate ai giovanissimi tutte le categorie hanno avuto la possibilità di gareggiare sulle strade patavine nonostante le restrizioni dovute al Covid-19. A queste va aggiunta, ovviamente, anche la bellissima giornata di Monselice dedicata al Giro d’Italia.
I titoli di campione provinciale hanno premiato in questo 2020 Matteo Sanarini (Vo’) e Christian Ballan (Este) tra gli esordienti, Matteo Scalco (Fox Team) tra gli allievi e Mattia Garzara (Work Service) tra gli juniores; in campo femminile i titoli esordienti hanno sorriso a Linda Sanarini e Desire Bertoldo (Vo’) mentre Serena Trabuio (Padovani) ha primeggiato tra le allieve.
“Una delle più belle realtà del nostro movimento giovanile sono i fratelli Matteo e Linda Sanarini della Scuola Ciclismo Vo’. Due ragazzini di talento che vivono la multidisciplinarietà in maniera serena, che si sono distinti su strada e che in queste settimane stanno primeggiando anche nel ciclocross. Tra gli altri sta crescendo bene anche Matteo Scalco e, se anche è veneziano, mi ha fatto piacere applaudire il ritorno al successo di un ragazzo appassionato come lo juniores Mattia Garzara” riprende Giorgio Martin.
Con quali occhi si guarda al 2021?
“C’è la necessità di mandare un messaggio positivo: dobbiamo preparare la nuova stagione con la grinta e la passione di sempre. Non possiamo scadere nell’incertezza altrimenti rischiamo di demotivare e perdere tanti ragazzi”.
Il 29 novembre si torna a votare per il Comitato Provinciale. Martin punta al bis?
“No, non mi ricandiderò perchè alcuni impegni familiari non mi consentono più di dedicare il mio tempo al ciclismo. Mi auguro di poter lasciare il comitato ad un gruppo di persone che sappiano fare squadra e portare avanti il lavoro svolto in questo quadriennio”.
Il bilancio di questi quattro anni di presidenza?
“Mi sarebbe piaciuto trovare più unità con gli altri comitati provinciali del Veneto. Da parte nostra abbiamo cercato di lavorare per far crescere il movimento padovano e, ritengo, ci siamo riusciti. Non solo su strada: i problemi del Velodromo Monti sono in via di risoluzione ed è ormai pronta anche la nuova pista di BMX”.
Che ne pensa della candidatura di un padovano illustre come Silvio Martinello alla presidenza nazionale?
“Da padovano e da veneto non posso che esserne felice. In queste settimane ho parlato anche con altri dirigenti della mia provincia e nessuno ha dei dubbi sull’appoggiare la scelta di un uomo capace, concreto e di esperienza come Silvio”.