Lunedì 3 giugno, in Piazza Nettuno a Bologna si radunerà il gruppo. Destinazione Circolo Arci Benassi. Non è il ritrovo di una gara ciclistica, bensì una pedalata che segna il punto di arrivo della campagna elettorale per le Elezioni Europee di Annalisa Corrado, candidata del PD per la circoscrizione Nordest (che comprende Emilia Romagna, Veneto, Trentino e Friuli).
Ingegnera, ecologista, divulgatrice scientifica da sempre attenta ai temi della mobilità sostenibile, Annalisa Corrado è pronta a scommettere sul mondo della bicicletta e della mobilità integrata per cambiare il volto dell’Italia del futuro a partire dall’Europa: “Credo sia ormai fondamentale lavorare sulla rigenerazione delle città in chiave sostenibile e per la mobilità intermodale. Le nostre strade non sono sicure per pedoni e ciclisti, perchè viviamo in città autocentriche. Il modello da seguire è quello che sta mettendo a terra Bologna, che è stato replicato in altre città, con la creazione di infrastrutture, piste ciclabili veramente sicure e dedicate a chi va in bicicletta, lo sviluppo della mobilità condivisa, a cui si aggiunge la moderazione della velocità delle auto”.
Sono belle parole, le sentiamo spesso ripetere, ma si può fare davvero?
“E’ un problema anche culturale, di certo ci vuole determinazione e perseveranza ma si tratta di progetti che portano anche ad un miglioramento del benessere complessivo e a una rivalutazione urbana. Oltre a Bologna personalmente ho seguito da vicino l’evoluzione di una città come Valencia: qui una amministrazione a forte trazione ecologista, di cui faceva parte anche un assessore italiano, Giuseppe Grezzi, ha completato una trasformazione profondissima della città, togliendo spazio alle auto e lasciando spazio alle biciclette. Inizialmente la decisione è stata contestata ma oggi nessuno tornerebbe più indietro. In Europa ci sono esempi eclatanti come quello di Copenhagen ma anche in Italia si sta muovendo qualcosa: a Roma, finalmente, si sta sbloccando il GRAB (la nuova ciclovia che interessa la Capitale, ndr)”.
Ma l’Europa cosa può fare in questo campo?
“Può incidere moltissimo, stiamo spingendo sulla necessità di salvaguardare gli strumenti del Green Deal Europeo (il patto verde che mira alla neutralità climatica entro il 2050, ndr). Sono strumenti che servono a mettere risorse all’interno dei progetti di rigenerazione delle città e di creazione di infrastrutture ciclabili. In più stiamo insistendo perchè questi fondi non rientrino nella rigidità del patto di stabilità. Sono tutte risorse fondamentali per realizzare questo tipo di progetti che, altrimenti, con le risorse ordinarie sarebbero impossibili da sostenere”.
Ma il cicloturismo, può davvero funzionare come volano per il nostro Paese?
“Nel nostro Paese ci sono delle esperienze che hanno raggiunto obiettivi sorprendenti. Basta vedere quante persone percorrono cammini, sentieri, ciclabili. Chi va in bici, chi va a piedi. Il problema per il nostro Paese è che questo tipo di progetti sono lasciati a degli imprenditori o a delle associazioni eroiche senza che vi sia una regia comune e un coordinamento a livello nazionale. Questi temi legati al turismo lento vengono considerati di nicchia e, invece, sono convinta che possano rappresentare una vera e propria “industria” che, a differenza dell’industria pesante, attraverso l’ospitalità diffusa e la valorizzazione delle eccellenze locali sarebbe molto più sostenibile e avrebbe il pregio di trattenere il valore nei singoli territori”.
Nella sua campagna “sostenibile” si è mossa a piedi, in treno e sui mezzi pubblici. Che difficoltà ha incontrato?
“Ho cercato di evitare di avere l’automobile come riferimento per i miei trasferimenti ma in alcuni casi mi sono dovuta arrendere perchè l’auto era l’unico mezzo disponibile. Quelle che ho trovato io sono le difficoltà che incontrano le persone tutti i giorni nel nostro Paese: soprattutto nelle aree interne mancano infrastrutture, collegamenti con il treno e pure i servizi. Qui a Nord-Est la situazione tra città e città è molto buona, nel sud Italia e nelle isole, invece, l’auto diventa una necessità. Diciamo che è stata una ricognizione molto utile per capire anche i primi passi da fare per migliorare la diffusione della mobilità sostenibile”.
E, invece, dove ha trovato le migliori soluzioni?
“Ci sono diverse città che stanno facendo passi importanti e realizzando progetti molto belli. Penso alla ciclabile che collega Venezia a Ravenna e l’ottimo lavoro svolto proprio in questa città sulla darsena. Bologna ha fatto passi da gigante, altri territori stanno investendo sulla resilienza, come Padova, Imola e Reggio Emilia. Questi dovrebbero essere temi e progetti bipartisan e, invece, troppo spesso ci dividiamo anche su questo”.
Ma, torniamo al prossimo 3 giugno, che biciclettata sarà?
“Abbiamo programmato un aperitivo e una cena al Circolo Arci Benassi aperta a tutti con il sindaco di Bologna Matteo Lepore e anche con altri candidati alle europee come Alessandro Zan e Antonio Mumolo. Molti dei gruppi che sostengono e condividono i temi di cui parlo sono composti da giovani, segno che proprio le nuove generazioni hanno una sensibilità molto sviluppata in questo senso. Nella giornata mondiale della bicicletta, è nata così, proprio da questi gruppi, l’idea di dare un segno concreto del cambiamento che vogliamo guidare: per questi ci si ritroverà alle 19 in Piazza Nettuno a Bologna e raggiungeremo in bicicletta il Circolo Benassi per stare insieme nel corso della serata”.
Un bel punto d’arrivo. E chissà che non rappresenti anche una nuova ripartenza per il nostro Paese…