Un buon inizio. E’ quello di cui si è reso protagonista il Team Nordest Villadose Angelo Gomme juniores, club che si fonda su un progetto importante: offrire ai giovani opportunità. Con la consapevolezza che i risultati hanno un peso, ma senza l’assillo di doverli raggiungere assolutamente. Dopo il primo scorcio di stagione, a fare il punto è il DS Mauro Bissoli.
Avete avuto un buon inizio di stagione: soddisfatto?
“Più che un boom, trattandosi di un nuovo progetto, abbiamo obiettivi chiari: dare opportunità ai ragazzi. I risultati, anche piccoli, rincuorano il loro lavoro: i corridori sono i protagonisti. Da qui a diventare la squadra faro tra gli juniores il percorso è lungo. La squadra è giovane, sono quasi tutti ragazzi al primo anno, e chi è al secondo nel 2023 non ha avuto esperienze importanti. Qualche passaggio a vuoto fa parte del percorso di crescita, anche perché la categoria è esigente: non fa sconti a nessuno”.
Per il prosieguo del 2024 cosa si aspetta?
“Da parte dei ragazzi più attaccamento alla maglia, che credano in quello fanno: stanno coltivando un sogno che potrebbe durare pochissimo – la categoria juniores è l’anticamera del professionismo. Devono essere convinti, allenarsi, organizzare il proprio tempo e anche andare bene a scuola: se non c’è la cultura alla base, l’atleta cade. Spero che i ragazzi entrino in quest’ottica di idee. Abbiamo bravi ragazzi. Fare la vita da atleti è importante, potrebbe anche identificarli, si devono rendere portabandiera di qualcosa che va al di là dello sport. Spero abbiano più voglia di emergere”.
L’appuntamento cerchiato in rosso?
“Non è vero che vincere non conta. Ho detto ai ragazzi che, al di là che si vinca tanto o poco, a fine anno ci chiederanno quanto abbiamo vinto: al termine di una stagione si guardano sempre le classifiche. Quest’anno ogni gara è un’occasione, dobbiamo sempre farci trovare pronti e cercare di prendere quello che può arrivare. Dobbiamo onorare ogni corsa, con la consapevolezza di dare il massimo per portare a casa tutto il possibile. Non è facile. I ragazzi sono bravi, ma devono acquisire consapevolezza, che non vuol dire strafottenza, delle proprie possibilità e raggiungere gli obiettivi, anche di squadra: se non posso vincere, do una mano ai compagni. Chiedo un’immersione a 360 gradi in quello che fanno”.
Il vostro è un progetto importante: quali saranno i prossimi step?
“Il progetto è ambizioso. La società è storica, radicata nel territorio di Rovigo. Il portabandiera è il dottor Roberto Dolcetto, il team manager è Fabrizio Zambello, che ha tanto entusiasmo: crede nei giovani, vuole fare un ciclismo non esasperato: diamo ai ragazzi la possibilità di mettersi alla prova. Non facciamo mancare loro nulla, ma non ci sono drammi se non vinciamo, anche se siamo consci che nello sport è quello l’obiettivo. La Nordest è una grandissima azienda, fatta di persone che coltivano la terra, per le quali una stretta di mano vale più di una firma. Porta anche progetti nelle scuole per incentivare l’alimentazione sana, attraverso un maggior consumo di frutta e verdura. Zambello, lo ribadisco, è una figura importante: è sempre presente. E’ venuto in ritiro con noi dieci giorni a Cesenatico, alle gare ci segue sempre, è pronto a chiedere se manca qualcosa e, nel caso, a farcelo avere”.
La vittoria, insomma, non è un assillo.
“No. Siamo convinti, però, che i risultati saranno la conseguenza di lavoro, serietà e impegno. Va detta una cosa: una volta può andarti bene, poi devi confermarti. Vogliamo che i ragazzi capiscano che hanno tutto quello che serve, e che la domenica devono dare il massimo. Come sta facendo Zambello. Per me è un’esperienza nuova, ho trovato un ambiente familiare con una sana passione ciclistica. Il DS Carlo Chiarion ci mette il cuore, come Paolo Stefani e i meccanici, i fratelli Rossato. E’ un bell’ambiente, dove si lavora bene”.