Un fatto senza precedenti, l’annullamento in extremis di una gara professionistica, ha scatenato una reazione che ha aperto nuovi scenari.
Quanto raccontato giovedì scorso da Moreno Argentin e dall’Avv. Fiorenzo Alessi nel corso della conferenza stampa di Roma, infatti, ha scoperchiato un sistema che, nel mondo del pedale, tutti conoscono ma di cui nessuno aveva ancora avuto il coraggio di parlare pubblicamente.
Al di là dei pagamenti, dei messaggi e degli incontri più o meno ufficiali che hanno portato all’annullamento della Adriatica Ionica Race, il quadro che è emerso dalle parole e dai documenti presentati da Moreno Argentin è ben più complesso e preoccupante.
L’annullamento della Adriatica Ionica Race non è più “solo” una questione che riguarda Moreno Argentin, ma una vicenda che costituisce un precedente pericoloso per tutti gli organizzatori italiani.
SISTEMA LEGA CICLISMO – Le parole di Moreno Argentin (per chi non le avesse ascoltate, può rivederle nella registrazione presente anche sulla pagina Facebook di Ciclismoweb.net) hanno rivelato l’esistenza di un vero e proprio sistema messo in atto dai Commissari Straordinari della Lega Ciclismo con il beneplacito del Presidente Cordiano Dagnoni. Un “sistema” che premia gli amici e che penalizza chi, come nel caso di Moreno Argentin, decide di non aderirvi.
L’oggetto del contendere è, sempre più spesso, la gestione dei diritti televisivi e, soprattutto, le spese di produzione TV dei vari eventi: tra i documenti resi pubblici da Moreno Argentin, infatti, c’è un email del Segretario della Lega Ciclismo, Stefano Piccolo, del 13 aprile 2023 nel quale si comunicava agli organizzatori delle gare professionistiche il diverso trattamento riservato e, si precisava che “solo le manifestazione che avranno conferito pieno mandato alla Lega per la cessione dei diritti TV” avrebbero potuto godere “della produzione a carico di Lega e dei suoi Partner”.
Tradotto in parole povere, la Lega Ciclismo avrebbe concesso una produzione TV gratuita, o a costo ridotto, per gli organizzatori a fronte della cessione da parte di questi dei diritti TV relativi alla propria manifestazione. Una cessione che riguarderebbe non solo il 2023 ma anche i sei anni successivi (3+3).
I favoritismi per “gli amici” che cedono i diritti TV, però, non si limiterebbero a questo. Ci sono, e probabilmente nei prossimi giorni verrà resa nota la lista completa, degli organizzatori delle gare professionistiche italiane che, pur non essendo in regola con il pagamento delle tasse, dei premi e/o degli ingaggi ai team partecipanti relativi al 2022, avrebbero usufruito in questo 2023 non solo della produzione televisiva a carico RAI/Lega ma sarebbero, altresì, stati inseriti regolarmente nel Calendario UCI 2024. Insomma, tutto quanto è stato contestato e richiesto in anticipo a Moreno Argentin, non riguarderebbe tutti gli altri.
Un “sistema” che segue a ruota quello della Lega Calcio dove la Sampdoria è stata ammessa a registrarsi al campionato di Serie B nonostante i 150 milioni di euro di debiti accumulati di cui ben 49 milioni verso l’erario che si riducono a 17,7 milioni, grazie all’accordo a stralcio raggiunto con l’Agenzia delle Entrate, che andranno pagati solo nel 2043.
WARNER BROS, TOPOLINO E IL CICLISMO ITALIANO CHE VA SULLA LUNA – La Lega Ciclismo Professionistico guidata dal Commissario Straordinario Di Cintio aveva preannunciato grandi novità in tema di copertura dei costi di produzione televisiva che, però, fino ad oggi, a quasi un anno dalla sua nomina, non si sono viste. La notizia di oggi, diffusa dalla Lega Ciclismo, è che sarebbe stato siglato un accordo con Warner Bros Discovery Sports Europe per la diffusione nel mondo (non in Italia) delle immagini del ciclismo italiano in streaming.
Un accordo salutato con grande enfasi dal Commissario Straordinario Cesare Di Cintio, talmente tanto convinto della bontà dell’accordo da annunciare la trasmissione delle immagini TV in ben 207 Paesi nel mondo.
Numeri straordinari, numeri mai visti prima… quasi incredibili. Ecco si, appunto, difficile credere ad un Commissario che manderà le immagini video in 207 Paesi quando le nazioni riconosciute nel mondo sono appena 195 (controlla qui) e, volendo contare anche quelle non riconosciute (tipo la Padania), si arriva ad un massimo di 205.
Inutile ricordare poi che, in alcuni di questi Paesi, non vi è accesso nè alla TV nè, tantomeno, alla rete internet e che, quindi, in molti di questi il ciclismo italiano difficilmente potrà avere seguito. Però rimangono sempre nuove frontiere da esplorare come la Luna, Marte e, perchè no, anche Venere e Saturno.
MORENO ARGENTIN, LA QUESTIONE OLTRE LO SPORT – Nel 1999 a pagare per tutti fu Marco Pantani. Per il “sistema” ciclismo di inizio millennio fu lui il capro espiatorio. Oggi, traslando con le dovute proporzioni, Moreno Argentin è l’organizzatore italiano che ha pagato e sta pagando per tutti gli altri.
Ma, esattamente come ha insegnato la vicenda di Marco Pantani, lasciato solo e abbandonato come fosse “l’unica mela marcia nel cesto di mele buone”, anche gli altri colleghi del Pirata non furono indenni, negli anni successivi, da indagini e squalifiche.
Allo stesso modo, oggi, viene trattato Moreno Argentin. A sentire qualche solone del ciclismo italiano sarebbe lui l’unico “cattivo pagatore” del ciclismo italiano, un movimento che, mai come oggi, soprattutto per quanto riguarda le organizzazioni, si sta dibattendo nella melma di difficoltà gestionali ed economiche piuttosto intricate.
In tutto questo l’argomento dei diritti TV insieme ad un cambio di passo nella produzione televisiva del ciclismo italiano, oltre che nella sua distribuzione, potrebbero rappresentare un colpo d’ala in grado di rilanciare l’intero movimento.
Una questione che va ben oltre agli aspetti sportivi e che riguarda capacità di gestione e promozione che negli uffici federali latitano da diversi anni. Nel frattempo Moreno Argentin non deve essere lasciato solo: va tutelato come campione, come organizzatore e anche come padre di famiglia per evitare che la vicenda si tramuti in una tragedia prima ancora umana che economica o sportiva.
Infine, l’affondamento di Adriatica Ionica Race riguarda da vicino e deve essere da monito anche per tutti gli altri organizzatori italiani. Per salvarsi non basterà assicurarsi di “rimanere nelle grazie del re” a colpi di piaceri ed inchini…