Quando la politica federale incrocia la realtà ciclistica italiana senza riuscire a risolvere i problemi e, anzi, ne crea di nuovi. E’ questo il motivo per cui molto spesso seguiamo con grande interesse le tematiche legate alla FCI, perchè non sono scollegate o astruse rispetto al ciclismo pedalato ma, anzi, dovrebbero rappresentare la base per immaginare e scrivere il futuro delle due ruote.
JUNIORES VINCOLATI – Mancano ormai 48 ore al via della stagione degli juniores italiani e la nebbia, sulla questione dei vincoli regionali, ancora non si è diradata. Dopo la sofferta decisione di abolire le affiliazione plurime, arrivata al termine di una discussione che si era protratta ben oltre l’inizio del mese di agosto scorso, molti atleti hanno seguito le società di appartenenza nelle principali regioni ciclistiche d’Italia salutando i propri Comitati di appartenenza. Un passaggio non indolore per le società che hanno dovuto provvedere al saldo delle quote spettanti ai Comitati Regionali.
A questa modifica dei regolamenti della FCI, i comitati di Piemonte e Friuli hanno reagito escludendo gli atleti juniores tesserati fuori regione dalle rappresentative regionali (per Campionati Italiani, Lunigiana e poco altro). Da Roma, nel frattempo, non è arrivata alcuna presa di posizione e anche il cambio ai vertici della Struttura Tecnica Nazionale non ha decretato alcun passo in avanti. L’unico che ha risposto ai colleghi Presidenti Regionali è stato il Presidente della Lombardia, Stefano Pedrinazzi, che si è detto disponibile a convocare anche gli atleti provenienti da fuori regione ma tesserati in Lombardia.
Ne è nato un conflitto che, ad oggi, a meno di due giorni dal via della stagione, non è stato ancora risolto; si dirà, c’è tempo perchè si arrivi ai Campionati Italiani che si correranno a Giugno o al Giro della Lunigiana di Settembre ma, con la programmazione di corse e allenamenti, per i ragazzi juniores l’avvio di annata agonistica meriterebbe di avere almeno qualche certezza.
UN TAVOLO CHE RITARDA… – Ieri sera, ospiti a Teleciclismo, Sandro Checchin e Stefano Bandolin, rispettivamente Presidenti di Veneto e Friuli, hanno ribadito la spinosità della questione auspicando che la FCI indica presto un tavolo di chiarimento tra tutti gli attori in campo. Un auspicio avanzato dall’intera base ciclistica italiana che è impegnata sul fronte degli juniores ma questo incontro tarda, incredibilmente, ad arrivare: il Presidente Dagnoni, che avrebbe l’onere di dirimere la diatriba politica che si tramuta in questione tecnica, è impegnato a far visita al Rwanda e a tracciare bilanci più o meno sinceri ma la realtà è che, a metà del mandato, sono più le questioni irrisolte che quelle a cui ha sinora posto rimedio.