Il tema è caldo ed è giusto continuare ad affrontarlo. Ma, prima di entrare nel dettaglio è giusto fare alcune precisazioni per evitare strumentalizzazioni e fraintendimenti: qui, come negli articoli precedenti, non si vuole discutere nè sminuire Fabrizio Bontempi, ex professionista e DS di esperienza. E’ sacrosanto che il nuovo Presidente della Struttura Tecnica possa lavorare e ci sarà tempo per valutarne l’operato. Ciò su cui è ancora necessario fare chiarezza, invece, è il modo con cui il Presidente Cordiano Dagnoni è arrivato a questa nomina.
LA VICENDA – Per quanti si fossero persi qualche passaggio è opportuno riassumere la vicenda che ha portato l’ex DS della Lampre al vertice della Struttura Tecnica Nazionale di strada e pista. Dopo le vacanze di Natale, Luciano Fusar Poli ha rassegnato le proprie dimissioni da Presidente della Struttura Tecnica ufficialmente per motivi personali; una decisione accettata e ratificata il 15 gennaio dal Consiglio Federale che si è riunito ad Ostia. Del suo successore, in tale occasione, non vi era, ufficialmente, nemmeno l’ombra.
Nella stessa seduta del 15 gennaio il Consiglio Federale ha approvato, tra le altre cose, il contratto da magazziniere, per il magazzino della nazionale italiana di Montichiari, con cui è stato assunto (lo ripetiamo, in qualità di magazziniere della nazionale) Fabrizio Bontempi.
Nei giorni successivi Ciclismoweb.net ha reso pubbliche le dimissioni di Fusar Poli e, dopo un rocambolesco giro di sondaggi, il Presidente Dagnoni, giovedì 19 gennaio ha ufficializzato l’incarico da Presidente della Struttura Tecnica, Fabrizio Bontempi.
Bontempino (così conosciuto nell’ambiente) all’epoca della nomina da Presidente della Struttura Tecnica della FCI era, quindi, già a tutti gli effetti un dipendente federale, con un contratto da magazziniere, che lo legava alla FCI. Una condizione che, stando ai principi di Coni e FCI gli avrebbe imposto di rinunciare alla nuova nomina o, in alternativa, al contratto. Dalle informazioni in nostro possesso nessuna rinuncia è intervenuta.
CONTRATTO O NOMINA? – E’ proprio qui che qualcosa stride con i regolamenti federali e con quelli del Coni. I regolamenti, infatti, prevedono che le cariche federali (ad eccezione del Presidente Federale) siano svolte a titolo gratuito e che non debbano sussistere conflitti d’interesse tanto che l’art. 10 del Codice Comportamento Coni prescrive “I tesserati, gli affiliati e gli altri soggetti dell’ordinamento sportivo sono tenuti a prevenire situazioni, anche solo apparenti, di conflitto con l’interesse sportivo, in cui vengano coinvolti interessi personali o di persone ad essi collegate”.
E, nel caso di Fabrizio Bontempi, allo stesso tempo dipendente e dirigente federale il conflitto d’interessi è piuttosto evidente.
Va sottolineato che i principi di CONI e FCI che prescrivono di evitare conflitti d’interesse rispondono ad una interpretazione del mondo sportivo ben precisa: quella che ha nell’impegno volontaristico il proprio modello e che vuole evitare ogni possibile condizionamento degli organi tecnici. Giusto per fare un esempio: se domani Fabrizio Bontempi si trovasse in disaccordo su di una scelta tecnica con il Consiglio Federale cosa farà? Insisterà a costo di perdere il proprio contratto o si piegherà alla “decisione politica” per mantenere lo stipendio? Con quale autonomia potrà operare un presidente-dipendente della FCI azienda? Ecco, queste sono alcune delle motivazioni per cui sono stati adottati questi principi e il motivo per cui andrebbero applicati.
I BONTEMPONI – Pensavate ci riferissimo ai commentatori seriali? E invece no. I bontemponi, per noi, infatti, sono tutti quei volontari che, ad ogni livello, impiegano il proprio tempo libero in favore del ciclismo. E lo fanno, guarda che generosi, senza avere un contratto di lavoro in cambio.
Parliamo di Presidenti, direttori sportivi e accompagnatori di tutte le società giovanili italiane ma anche degli stessi Consiglieri Federali, dei colleghi e dei predecessori di Fabrizio Bontempi in Struttura Tecnica, dei Presidenti Regionali, dei loro Consiglieri e dei Presidenti Provinciali di tutta Italia.
Luciano Fusar Poli, infatti, ufficialmente si è dimesso dalla carica di Presidente della Struttura Tecnica per motivi personali; ma chissà quanto tempo avrebbe potuto prendersi dalla propria attività il buon Luciano magari con un contratto con la FCI da 30.000 euro l’anno. Lo stesso Roberto Amadio, appena fresco di nomina da Presidente della Struttura Tecnica, aveva rinunciato all’incarico gratuito preferendo il contratto da team manager delle nazionali con la possibilità di inserire così il proprio compenso.
E, infine, pensate che bontemponi Ruggero Cazzaniga che per un decennio ha guidato gratuitamente la Struttura Tecnica Nazionale o, ancora, il compianto Flavio Milani che aveva fatto altrettanto in passato. Tra i “bontemponi” figura anche un altro ex-professionista, il padovano Massimo Ghirotto che guida, gratuitamente, la Struttura Tecnica del fuoristrada.
Ecco tutti questi nomi hanno ricoperto la carica di Presidente della Struttura Tecnica Nazionale senza un contratto (e il relativo compenso fisso) con la FCI, perchè per Bontempino dovrebbe essere diverso?
CICLISMO E RISORSE – La chiusura la dedichiamo, ancora una volta, a chi invita Ciclismoweb.net a non fare polemiche e a parlare di ciclismo. Ebbene, cari amici, proprio perchè Ciclismoweb.net parla sempre e da sempre di ciclismo, ed è presente da sempre sui campi di gara di tutte le categorie e di tutte le specialità con i propri giornalisti e fotografi, può permettersi di parlare di tutti gli aspetti che riguardano il ciclismo. Senza polemiche, senza rivalse personali o interessi ma con la voglia di fare chiarezza e di informare, aperto, come sempre, a chiunque voglia replicare.
Come e quando vengono spese le risorse federali per la nostra redazione è un tema “ciclistico” tanto quanto il risultato di una gara, anche perchè senza soldi, quella stessa gara si potrebbe anche non svolgere. Quei soldi che il Presidente Dagnoni può spendere (con pieno titolo e in piena libertà, sia chiaro) sono raccolti per la maggior parte attraverso le tasse federali versate da tutti i tesserati e da tutte le società oltre che essere frutto di finanziamenti pubblici versati attraverso Sport e Salute. Alzare il dito, chiedere spiegazioni e poter verificare in maniera trasparente la gestione dovrebbe essere non solo il diritto ma anche il dovere di ogni singolo tesserato e appassionato di ciclismo.