Ordine d’arrivo:
1° Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers)
2° Wout Van Aert (Jumbo Visma)
3° Stefan Kung (Groupama FDJ)
4° Tom Devriendt (Intermarche Wanty Gobert)
5° Matej Mohoric (Bahrain Victorious)
6° Adrien Petit (Intermarche Wanty Gobert)
7° Jasper Stuyven (Trek Segafredo)
8° Laurent Pichon (Arkea Samsic)
9° Mathieu Van Der Poel (Alpecin Fenix)
10° Yves Lampaert (Quick Step Alpha Vinyl Team)
Capolavoro tattico di Dylan van Baarle, che con un’interpretazione di gara perfetta si è preso un posto nella storia del ciclismo: la 119^ Parigi-Roubaix – 257,2 km pieni di tranelli, fascino e fatica – è dell’olandese della Ineos Grenadiers. Il 29enne van Baarle è arrivato da solo nel mitico velodromo, precedendo il belga Van Aert (Jumbo-Visma), vincitore dello sprint per il podio davanti allo svizzero Kung (Groupama-FDJ). Quinto lo sloveno Mohoric (Baharain-Victorious), quello che più di tutti ha dato spettacolo, rimanendo all’attacco per tanti km e provandoci sino alla fine.
Ma la gloria se l’è presa van Baarle, secondo nel Mondiale 2021, partito nel momento in cui lo doveva fare, ai -18: l’olandese ha sorpreso tutti, compresi Van Aert e il protagonista più atteso, l’olandese Van der Poel (Alpecin-Fenix), che ha chiuso nono senza mai recitare un ruolo di primo piano. Niente da fare neanche per l’italiano più atteso, Ganna (Ineos Grenadiers), che dopo aver dovuto fare i conti con due inconvenienti meccanici nella prima parte della Regina delle Classiche ha accusato un ulteriore problema ed è uscito dal ‘cuore’ della corsa, chiudendo trentacinquesimo.
Primo degli italiani, Pasqualon (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), diciannovesimo. Nel cuore della corsa è rimasto invece van Baarle, al successo numero 6 da pro. Una vittoria che vale una carriera.