Ordine d’arrivo:
1° Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) 6h01’19”
2° Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen)
3° Tiesj Benoot (Jumbo Visma) a 10″
4° Mathieu Van Der Poel (Alpecin Fenix) a 20″
5° Alexander Kamp (Trek Segafredo)
6° Kasper Asgreen (Quick Step Alpha Vinyl)
7° Michael Matthews (BikeExchange)
8° Stefan Kung (Groupama FDJ9
9° Marc Hirschi (UAE Team Emirates)
10° Dylan Teuns (Bahrain Victorious)
Clamoroso alla Amstel Gold Race: il successo se lo giocano in uno sprint a due il polacco Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) e il francese Cosnefroy (AG2R Citroen Team), che tagliano il traguardo appaiati: serve il fotofinish. Dopo alcuni minuti è il 26enne transalpino iridato under 23 nel 2017 ad alzare le braccia al cielo, ma la sua felicità dura pochi istanti: la vittoria è del campione del mondo 2014, al secondo successo nella classica olandese dopo quello del 2015.
Una rivisitazione, insomma, di quanto accaduto lo scorso anno, con Van Aert che prevalse su Pidcock anche allora al fotofinish. Solo quarto il grande favorito, l’idolo di casa Van del Poel (Alpecin-Fenix), preceduto dal belga Benoot (Jumbo-Visma). È stata una corsa ‘pazza’ e spettacolare, non priva di nervosismo, lungo i 254,1 km da Maastricht a Valkenburg, con 33 cote. Nel finale rimangono davanti in undici, Kwiatkowski se ne va ai -20 salvo essere raggiunto pochi km dopo da Cosnefroy.
I due trovano l’accordo e mettono assieme un vantaggio massimo che supera i 30”, dietro tentennano. Ci prova prima Benoot, quindi, a 1,8 km dall’arrivo, Van der Poel tenta un disperato recupero, che non si materializza. La Amstel Gold Race parla polacco: Kwiatkowski passa dalla delusione alla gioia in un amen. Un bis prestigioso che arricchisce un curriculum dorato.