Lo avevamo anticipato in tempi non sospetti: l’operazione portata avanti dalla Bardiani CSF in vista del 2022 avrebbe fatto molto discutere (CLICCA QUI per rileggere l’articolo di agosto). Oggi che la formazione della famiglia Reverberi ha ufficializzato il proprio “progetto giovani” i nodi sembrano essere venuti al pettine e la polemica è esplosa tra i team dilettantistici e continental italiani ma anche tra gli organizzatori delle prove internazionali e nazionali riservate agli Under 23.
UN PASSO IN AVANTI O UNO INDIETRO? – Va sottolineato subito. Questo è un progetto “inedito” ma solo per il panorama italiano: all’estero vi sono diverse esperienze di questo tipo. Formazioni con licenza Professional che al proprio interno creano un gruppo di Under 23 da accompagnare in giro per il mondo (e spesso in Italia) per alternare le gare di categoria dei propri ragazzi più giovani all’esperienza accumulata con i Professionisti. Esempi in questo senso sono stati, in tempi recenti, l’americana Axeon Hangens Berman e la norvegese Uno-X. In Francia, poi, le formazioni Professional partecipano regolarmente anche nelle gare del calendario 2.2 (equivalente al nostro Giro del Friuli) mentre in Italia questo è accaduto, fino ad oggi, solo in poche occasioni. A onor del vero va aggiunto che solo poche nazioni possono vantare un vivaio dilettantistico con i numeri di quello tricolore.
La seconda anomalia, tutta italiana, è il fatto che la maggior parte degli organizzatori internazionali hanno scelto la categoria Under 23 (Piva, Belvedere, Recioto, Collecchio, San Vendemiano, Ruota d’Oro, Valle d’Aosta, Giro d’Italia U23, Capodarco, Poggiana ecc ecc) mandando un messaggio chiaro a tutti i team su quale sia il range di atleti che desiderano avere protagonisti nelle proprie competizioni.
Nel caso della Bardiani viene da chiedersi se questa scelta sia un passo in avanti (verso la valorizzazione dei giovani italiani) o un passo indietro (dal lottare per una vittoria di tappa al Giro d’Italia a puntare alle gare Under 23 sarebbe davvero un’orma di gambero).
DA JUNIORES A PROFESSIONISTI – Nel dubbio di quale sia davvero l’obiettivo di una squadra che tenta il rilancio con gli Under 23 ma che negli ultimi 5 anni ha collezionato appena 24 successi di cui solo 15 in gare del calendario professionistico (1.1 o superiori), vi è, invece, un punto fermo. Gli acquisti annunciati di Giulio Pellizzari e Alessandro Pinarello, entrambi classe 2003, non risultano ancora nè alla FCI nè, tantomeno, all’UCI. Vi è infatti una regola della FCI (Art. 3 della Normativa per l’abilitazione da Professionista) che prevede che per passare alla categoria professionistica un atleta debba aver affrontato, salvo casi eccezionali, almeno due stagioni tra gli Under 23 (e una tra gli Juniores).
Ciò, ovviamente, non è avvenuto per Pinarello e Pellizzari che hanno da poco smesso i panni degli juniores. “Per la FCI nè Pinarello nè Pellizzari ad oggi godono dello status di professionisti. Ciò, al momento, non è possibile perchè non hanno i requisiti stabiliti dai regolamenti federali per il passaggio al professionismo” ha chiarito ai microfoni di ciclismoweb, il vice-presidente della FCI, Ruggero Cazzaniga.
“Possiamo discutere se la norma sia o meno in linea con i tempi ma è attualmente in vigore e, per questo, deve essere rispettata. Non nascondo che in seno alla FCI si sta pensando di istituire una commissione di esperti e tecnici per aggiornare anche questo aspetto regolamentare ma non è in vista alcuna modifica o deroga ad personam” ha aggiunto in maniera categorica Cazzaniga.
LA VIA ESTERA – Una realtà che mal si sposa con l’annuncio del team Bardiani CSF Faizanè che ieri ha ufficializzato la creazione del gruppo Under 23 all’interno della propria rosa di cui farebbero parte anche i due atleti classe 2003.
Se non ci sono deroghe all’orizzonte, come ha escluso Cazzaniga, l’unica soluzione per far approdare Pinarello e Pellizzari alla Bardiani nel 2022 potrebbe essere quella della residenza (e di conseguenza della tessera) straniera in un Paese come Slovenia, Austria o Svizzera.
“Se ciò accadesse gli atleti in questione si precluderebbero molte opportunità come quelle di essere parte del progetto della nazionale italiana” ha però ribadito il Vice Presidente, Ruggero Cazzaniga.
Quella di Pinarello e Pellizzari, insomma, è una questione su cui la FCI si giocherà una buona fetta di credibilità: il braccio di ferro con il team della famiglia Reverberi è in atto da diverse settimane ma la fase di stallo non accenna a sbloccarsi. Il tempo per definire la spinosa vicenda, però, inizia a scarseggiare con i primi appuntamenti della stagione 2022 che sono già dietro l’angolo.