L’affaire della “Bardiani Giovani” continua a far discutere il mondo del pedale e sul web i commenti fioccano come la neve nel giorno di Natale perfetto. Detto della novità del progetto che la famiglia Reverberi ha messo in campo va registrata l’intenzione del team che ha deciso di scommettere sugli Under 23: “Vogliamo puntare sui giovani di talento e per farlo nel ciclismo moderno è necessario anticipare i grandi team. È fondamentale però dare loro l’opportunità di crescere e gareggiare e il nostro nuovo progetto va proprio in questa direzione” hanno dichiarato Bruno e Roberto Reverberi.
Dunque la Bardiani vorrebbe porsi come punto di riferimento per la crescita dei giovani italiani per evitare che “si brucino” nel passaggio diretto ad un team World Tour o che “non crescano correttamente” nelle formazioni dilettantistiche o continental italiane.
Una ambizione legittima ma che fa letteralmente a pugni con la realtà descritta dai numeri della Bardiani CSF degli ultimi cinque anni. La nostra redazione, infatti, è andata a spulciare le cifre della squadra dei Reverberi e i dati non lasciano spazio a grandi dubbi.
DAL 2016 AD OGGI: SOLO 2 ATLETI PROMOSSI NEL WORLD TOUR – Dal 2016 al 2021 la Bardiani CSF ha ottenuto 24 successi di cui solo 15 in gare del calendario professionistico (1.1 o superiori) e le restanti 9 vittorie in gare 1.2 o 2.2.
Il dato che più fa impressione per una squadra che professa l’obiettivo di far crescere, valorizzare e lanciare nel World Tour i talenti italiani è quello relativo all’andamento dei propri corridori: dal 2016 ad oggi solo due sono gli atleti che dalla Bardiani CSF hanno fatto il salto nell’Olimpo del ciclismo mondiale. Si tratta di Giulio Ciccone e Sonny Colbrelli. Nel World Tour, percorrendo però altre strade, sono arrivati anche Lorenzo Rota e Simone Velasco che nella loro carriera hanno vestito anche la maglia della Bardiani ma che per staccare il biglietto per un contratto pesante hanno dovuto trasferirsi in altre realtà.
Per fare un confronto, nello stesso lasso di tempo hanno fatto meglio della Bardiani diverse formazioni continental italiane tra cui il Cycling Team Friuli che ne ha proiettato nel World Tour tre (Fabbro, Aleotti e Milan), la Zalf Euromobil Désirée Fior che dal 2016 ad oggi ha svezzato cinque talenti (Nicola Conci e Edoardo Zambanini a cui vanno aggiunti Samuele Battistella, Alberto Dainese e Marco Frigo) e il Team Colpack Ballan che in un quinquennio ha portato nella massima categoria ben 9 ragazzi (Antonio Tiberi, Michele Gazzoli, Juan Ayuso, Filippo Baroncini, Andrea Bagioli, Alessandro Covi, Mark Padun, Edward Ravasi e Riccardo Minali).
DAL 2016 AD OGGI: 14 ATLETI “BRUCIATI” – “Allo stesso tempo ai ragazzi, che non maturano tutti con gli stessi tempi, vanno date le giuste opportunità per correre, per crescere, per confrontarsi sia con i loro pari età che con i professionisti, per portarli a esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Impareranno dai grandi, senza essere “bruciati” come spesso accade” hanno affermato Bruno e Roberto Reverberi presentando il progetto giovani elaborato per il 2022.
Parole che ci hanno spinto ad analizzare anche l’andamento dei talenti che la famiglia Reverberi ha selezionato per il proprio Team Professional negli ultimi cinque anni. A fronte dei due atleti lanciati nel World Tour, la Bardiani CSF, dal 2016 ad oggi, ha ingaggiato 14 neo-professionisti che, al termine del contratto con il greenteam, hanno chiuso la propria carriera da professionisti. Quelli che, in gergo ciclistico, si definirebbero “talenti bruciati” sono atleti che hanno vestito la maglia della Bardiani per qualche stagione ma che, per diversi motivi, non hanno trovato alcun sbocco nel mondo professionistico:
Daniel Savini (2018-2021)
Alessandro Monaco (2020-2021)
Nicolas Dalla Valle (2020-2021)
Alessandro Pessot (2019-2020)
Umberto Orsini (2017-2020)
Francesco Romano (2019-2020)
Marco Maronese (2017-2019)
Simone Andreetta (2015-2018)
Michael Bresciani (2017-2019)
Simone Sterbini (2014-2018)
Nicola Boem (2012-2017)
Nicolò Pacinotti (2017)
Nicola Ruffoni (2014-2017)
Luca Sterbini (2015-2016)
Scommettere sui giovani è senza dubbio un affare complesso e rischioso ma quando Bruno e Roberto Reverberi celebrano il proprio ruolo di talent scout o, ancora meglio, si propongono in qualità di tutori del ciclismo giovanile italiano, non si possono dimenticare i numeri reali. E i numeri non mentono mai.