258 km. Tappa troppo lunga. E il gruppo si ferma. Il Giro d’Italia targato 2020 è costretto a fare i conti anche con la protesta dei corridori che, in maniera pressochè ridicola, alla partenza di Morbegno hanno deciso di non affrontare tutti i chilometri in programma.
LA PROTESTA – Una protesta tardiva e sgangherata quella dei corridori arrivata questa mattina in una giornata di pioggia ma non dalle condizioni impossibili: per questo la carovana rosa è partita regolarmente sotto la pioggia per fermarsi dopo qualche chilometro in attesa del ritorno dei bus che nel frattempo erano già partiti per recarsi al traguardo.
A bordo dei bus gli atleti vorrebbero raggiungere gli ultimi 100 chilometri per affrontarli regolarmente. Una scelta francamente incomprensibile per una organizzazione di alto livello come quella di RCS Sport che ha accettato una protesta senza motivazioni precise e senza precedenti.
LA TAPPA – La tappa di oggi, la Morbegno-Asti aveva subito una modifica nel pomeriggio di ieri a causa del crollo di un ponte sul fiume Sesia in località Candia Lomellina ed era stata allungata a 258 km con l’anticipo di 15 minuti di tutte le operazioni di partenza. Una tappa completamente pianeggiante e conosciuta da tempo da atleti e team che non avevano sollevato al riguardo alcuna obiezione. La protesta ha preso vigore, invece, nella notte per esplodere al ritrovo di partenza in maniera del tutto disorganizzata, una modalità che ha gettato nel caos l’intera macchina organizzativa.
Va chiarito che le condizioni meteorologiche non rientravano in nessun modo tra quelle definite “estreme” nei protocolli previsti dall’UCI e quindi gli atleti, a termini di regolamento, erano tenuti a gareggiare regolarmente.
IMBARAZZI E INCOMPATIBILITA’ – Una situazione imbarazzante anche per il presidente CPA, nonchè commentatore tecnico RAI, Gianni Bugno che in diretta televisiva ha confermato il suo appoggio alla scelta dei corridori ma non ha potuto nascondere il disappunto per una gestione della situazione da dilettanti allo sbaraglio. Con il pubblico e i comuni che attendevano il passaggio della carovana rosa da oltre un anno si tratta di una vicenda che mette in discussione lo stesso ruolo della CPA (rappresentata nell’occasione dal delegato Cristian Salvato) e di Gianni Bugno che, per obblighi contrattuali è rimasto in cabina di commento Rai, invece di essere presente nei briefing organizzativi con Mauro Vegni e la direzione di corsa.
In discussione ci sono anche le capacità di gestione dell’imprevisto da parte di Mauro Vegni di cui si vocifera sempre più insistentemente sulla sua partenza da RCS a fine stagione.