Il Giro d’Italia andrà regolarmente avanti in questo fine settimana che prevede, tra l’altro, il ‘tappone’ appenninico di domani. RCS Sport si è sbrigata a precisarlo dopo la positività di Simon Yates per fugare ogni dubbio sul futuro della corsa rosa.
LUNEDI’ I TAMPONI AL GIRO – La giornata della verità sarà quella di lunedì 12 ottobre. Tra domenica pomeriggio e la mattina di lunedì 12 (giorno di riposo), infatti, verranno effettuati, come da protocollo UCI, i tamponi ai corridori e allo staff di tutte le squadre. Erano già in programma, quindi non sono stati determinati dalla positività al Covid-19 di Yates, e serviranno ad avere un quadro completo della situazione. Al Giro non viene applicata la regola che c’era invece al Tour secondo cui in caso di due positivi per squadra, l’intera formazione veniva mandata a casa. C’è invece teoricamente il rischio, in caso di nuove positivitè, di un intervento delle autorità sanitarie locali, proprio come accaduto per il match di Serie A tra Napoli e Juventus.
LA SITUAZIONE IN ITALIA – A preoccupare, più che le condizioni di salute dei corridori, sono quelle dell’intero Paese e delle decisioni che potrebbero essere assunte dal Governo. Una riunione urgente del Comitato tecnico scientifico, alla quale dovrebbe partecipare anche il ministro della Salute Roberto Speranza, infatti, è stata convocata per domani. Sul tavolo degli esperti, secondo quanto si apprende, ci sarebbe l’impennata dei contagi dell’ultima settimana e la capacità del sistema di testare i casi.
EVENTI A RISCHIO? – Rafforzare lo smart working, chiusure localizzate “chirurgiche e tempestive”, possibile stretta su trasporti e orari dei locali, stop agli eventi di massa e, in caso fosse necessario, ripristino del divieto di spostamento tra le Regioni. Questi i temi a cui stanno lavorando gli uomini del primo ministro Giuseppe Conte e che potrebbero confluire nel nuovo Dpcm per frenare la crescita dei contagi. L’obiettivo primario del premier Giuseppe Conte e dell’esecutivo è sempre lo stesso, evitare un lockdown nazionale e “proteggere” quei settori considerati prioritari: oltre ai servizi essenziali, la scuola e le attivita’ produttive. La ricerca del punto di equilibrio tra la necessita’ di limitare il contagio – e quindi tutelare il diritto alla salute – e quella di avere il minor impatto sulla vita delle persone non è però semplice.
In caso di blocco degli spostamenti tra le regioni è evidente che il primo evento a farne le spese sarebbe proprio il Giro d’Italia. Il dettaglio delle misure ancora non c’è ma si sta ragionando su un pacchetto di interventi. A partire da chiusure localizzate “dove necessario”, conferma il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa. Zone rosse locali, in sostanza, dove scatteranno dei lockdown più grandi o più piccoli a seconda dell’ampiezza dei cluster, con l’obiettivo di circoscrivere il virus. Se dopo 14 giorni la situazione sarà migliorata, verranno rimossi i divieti, altrimenti verranno prolungati ed estesi, in caso di peggioramento, alle zone circostanti. E’ quello che potrebbe accadere in diverse aree e comuni della Campania molto presto, se la situazione dovesse rimanere quella attuale ed è quello che potrebbe accadere alla carovana rosa qualora la positività di Simon Yates dovesse crearne delle altre.
Un’altra misura la annuncia il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e sarebbe un ritorno al passato: il divieto di spostamento tra le regioni. “In questo momento non puo’ essere escluso nulla, ma non escludere interventi non significa chiudere ma essere pronti ad ogni intervento”. Nei prossimi giorni Boccia convocherà nuovamente la cabina di regia con le Regioni proprio per fare il punto della situazione e valutare con i governatori le possibili mosse. E’ ovvio che, lo dice anche il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, in una situazione come quella attuale non c’e’ spazio per uno scontro istituzionale tra Roma e i territori. “Governo e Regioni devono necessariamente lavorare insieme, non vedo altra strada”. In queste ore nel governo si fanno poi strada altre ipotesi sempre nell’ottica di evitare chiusure di interi settori e interrompere le attività lavorative ma allo stesso tempo ridurre le possibilita’ di contagio.
“Dobbiamo fare ogni cosa – ripetono fonti di Governo – non solo per limitare il contatto tra le persone ma anche la circolazione”. Lo ha chiesto il Cts e lo ha ribadito la cabina di monitoraggio del ministero della Salute nel bollettino settimanale. “E’ essenziale evitare eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati”. Significa limitazioni per spettacoli all’aperto, manifestazioni sportive, fiere, appuntamenti che prevedono migliaia di persone ma anche feste e cerimonie private. Su una possibile riduzione degli orari dei locali si sta ancora ragionando cosi’ come su una rimodulazione delle prescrizioni per le attivita’ sportive, a partire dagli sport di contatto. L’unica certezza e’ quella che ripete il ministro Boccia. Serve “massimo rigore”. E dunque, “se sara’ necessario stringeremo ancora di piu’ i bulloni, fermandoci alle cose necessarie: scuola, lavoro, ospedali”.