La decisione arriverà entro il 2 settembre. L’UCI sta vagliando in maniera serrata tutte le candidature che sono pervenute per l’organizzazione, in extremis, dei Campionati del Mondo 2020. E molte di queste arrivano dall’Italia.
A chiedere la possibilità di allestire le prove iridate per elite uomini e donne, a cui l’UCI sembrerebbe intenzionata a restringere l’intero programma del mondiale per quest’anno, ci sono Varese, Imola, Alba Adriatica e Peccioli. Ancora assente, sul piatto italiano, la suggestione lanciata durante il tricolore da Filippo Pozzato che avrebbe voluto riportare in provincia di Vicenza quello che, nei progetti dell’UCI avrebbe dovuto essere proprio il mondiale di Vicenza 2020 naufragato per l’assenza dei fondi necessari a sostenere l’organizzazione.
Restano quindi quattro candidature tricolori che, però, dovranno vedersela con il resto d’Europa. Avvantaggiate, per ovvi motivi nazionalistici del presidente David Lappartient, sarebbero l’Alta Savoia e, soprattutto, Nizza a cui il numero uno del ciclismo mondiale sembrava già strizzare l’occhio all’indomani dell’annulamento dell’appuntamento spostato in Svizzera, a Martigny.
Per l’Italia la più accreditata sembrerebbe essere proprio Imola. Tra le ragioni che spingono la candidatura, oltre alla vicinanza del ct Davide Cassani e della Regione Emilia Romagna, ci sarebbe la disponibilità dell’autodromo (senza bisogno quindi di ricorrere ad allestimenti particolari) e la buona esperienza delle prove di ExtraGiro.
Hanno fatto un buon lavoro anche a Varese in occasione del Gran Trittico Lombardo, forse il miglior modello di gestione delle problematiche legate al Covid 19 che si sia visto fino ad oggi in una manifestazione all’aperto. Anche se, va detto, il maltempo di quel giorno ha facilitato non poco gli organizzatori limitando di molto l’afflusso del pubblico.
In Valdera, dove batte forte il cuore di Peccioli, ci sono la passione e le risorse economiche per mettere in cantiere un grande evento come il Mondiale 2020. E se si dovesse correre ad ottobre inoltrato, a quel punto, il vantaggio climatico garantito dall’Abruzzo potrebbe diventare un’arma in più per l’organizzazione che avrebbe il proprio fulcro ad Alba Adriatica.
Resta il fatto che il Campionato del Mondo di ciclismo, alleggerito dall’assenza di tutte le prove minori, si conferma un evento molto appetibile per tanti organizzatori, grandi e piccoli. La scelta, come detto, spetta all’UCI e, nell’anno di scadenza del mandato delle dirigenze federali, a pesare sarà anche il fattore politico.
Riuscirà una delle quattro località italiane a battere la rivalità straniera? Per saperlo bisognerà attendere il 2 settembre, al momento si possono solo fare dei pronostici…