Nizzolo, Ganna, Longo Borghini. I primi due sono i campioni italiani professionisti uomini. La terza è campionessa italiana donne elite. I primi due sono i campioni italiani a crono e su strada. La terza è campionessa italiana a cronometro. Un lungo weekend di corse tricolori che ha riportato il grande ciclismo nelle terre venete, nonostante il Covid-19.
“FESTA GRANDA” IN VENETO – Tutti felici, grande festa, tanta gente, belle premiazioni, l’inno tricolore cantato a squarciagola da una bella soprano leggero in abito bianco rosso verde. E la festa si chiude. Per tutti. Più o meno. Ma non per le donne elite. Eh già, perché i bravi Pozzato e Moletta, organizzatori della gran festa tricolore hanno accettato di buon grado, con uno sforzo organizzativo ulteriore, le richieste della Federazione Ciclistica di mettere in cantiere, assieme alla rassegna maschile anche quella femminile, ma solo a crono. E per le donne elite, quelle che a ogni rassegna europea o iridata portano a casa, in Italia, un filotto di medaglie niente. Medaglie su strada, su pista, nel fuoristrada. Medaglie che, scusateci la franchezza, si traducono in tanti soldini che la Federciclismo incassa dal Coni e che permettono di mandare avanti l’intero movimento azzurro.
PARITA’ DEI SESSI? – Lanciamo il sasso, a rassegna tricolore conclusa, grazie alla splendida vittoria di Nizzolo, le 12 scalate alla Rosina che hanno infiammato il movimento del pedale, le spettacolari immagini dall’elicottero, gli stand carichi di gente in festa, di prosecco, di grigliate, di panini, di abbracci (eh non si può dire ma c’erano), di applausi al passaggio dei corridori sul Gpm.
E il campionato italiano su strada femminile? Donne elite, under 23 e junores nel dimenticatoio? Dato per disperso. Ci informano che al momento non compare da nessuna parte. E pensare che aldilà delle Alpi, al Tour de France, per la parità dei sessi si è rinunciato a una miss per fare spazio ad un mister sul palco. Una parità sempre solo virtuale, ancor più nel nostro Paese, in cui il ciclismo sembra non poter essere “cosa per una donna”.
HALLOWEEN O TRICOLORE? – Pare che un volenteroso organizzatore vicentino si stia facendo carico di mettere in piedi la rassegna riservata alle donne. E udite udite, unica data disponibile il 31 ottobre. Nel giorno in cui la tradizione cattolica cristiana si dedica come vigilia al ricordo dei propri morti, nel giorno in cui finita la vendemmia si comincia ad assaporare il vino novello, si mangiano le castagne davanti al fuoco, si accendono le braci, si festeggia con salsicce, ricordando Carducci con i poeti dell’Ottocento e il San Martino che tutti abbiamo imparato a memoria. Per i più pagani, semplicemente Halloween.
Del tricolore donne ancora nessuna notizia certa. Ecco insomma, non vorremmo che i ceppi ardenti continuassero a girare e le donne non avessero il proprio tricolore, la maglia da indossare e una nuova campionessa da onorare. Anche se fosse in una giornata di bruma che prelude all’autunno inoltrato, all’inverno e al vin brulè, e magari in contemporanea alle gare del ciclocross. Per inciso agli Europei è arrivata un’altra medaglia, grazie alle donne…