Domenica si comincia con le corse di gruppo anche in Veneto. Con protocolli rigidissimi. Tanto che nelle corse di Castello Roganzuolo il percorso sarà completamente blindato e ci si potrà accedere solamente dopo aver inviato un modulo preposto all’organizzazione.
Ancora ciclismo blindato insomma in un mondo che non ha ancora ben chiaro se la pandemia ci sia ancora, se sia finita, quanti e quali casi ci sono nei vari paesi del mondo dove si sta correndo. Anche se a dire il vero più che di Coronavirus nel ciclismo si rischia di morire tirati sotto da un’auto in transito che non rispetta chi va su due ruote o ancora peggio, come al giro di Polonia, in una volata a coltello tra i denti, dove a finire in gravi condizioni c’è un corridore che ha dovuto fare i conti anche con una transennatura “troppo allegra”.
Intanto Rcs annuncia che la Saremo di sabato sarà la classica di “primavera” corsa d’estate più blindata di sempre, che manco in tempo di guerra. Attenti di qui, attenti di li, i corridori nella bolla, isolati dagli altri (salvo poi scoprire che le squadre gius si ritrovano in più di una nello stesso hotel che offre il prezzo migliore pur di ospitare i team).
E gli Hotel di Bergamo, in prima fila nei mesi drammatici della pandemia, trasformati in ospedali temporanei per accogliere chi dal coronavirus ne era uscito, offrono tariffe interessanti pur di lavorare.
Paura, c’è paura tra i tecnici, i corridori, lo staff, i direttori sportivi. C’è chi non tocca nulla, mantiene ormai le distanze quasi d’istinto. Quanto andrà avanti ancora il ciclismo con questa blindatura? In attesa di saperlo, per chi vorrà vedere la Sanremo transitare lungo la costa ligure si dovrà armare di binocolo per guardare i corridori dalla spiaggia oppure andare al supermercato e, mostrando lo scontrino della spesa, potrà assaporare il fruscio di cambi e ruote e il vento che muove il gruppo al passaggio sulla strada perché i sindaci della riviera hanno vietato ai cittadini di assieparsi lungo la strada per vedere i corridori.
La Riviera Ligure, rimasta molto vintage anche come strutture ricettive ma soprattutto strade. L’unica esistente e funzionante è ancora quella costruita su un sedime di epoca romana. Una regione che, dopo il nuovo ponte di Genova, avrebbe bisogno di rilancio: un rilancio che potrebbe passare anche dal ciclismo ma non così. Non con i veti al passaggio degli atleti in terra savonese e i divieti con la minaccia di multe agli spettatori. Pronti a fingere di scattare dentro al supermercato con lo scontrino pur di veder passare Sagan e compagni?