Il giallo della quarantena per atleti e staff in rientro dal Sibiu Cycling Tour si infittisce. A renderlo ancora più interessante ci sono le dichiarazioni e gli articoli di alcune testate giornalistiche che si sono preoccupate di precisare che corridori e personale sono sbarcati in Italia regolarmente e hanno sottoscritto una autocertificazione che permette loro di essere esentati dalla quarantena.
QUARANTENA FIDUCIARIA OBBLIGATORIA – Purtroppo però la normativa vigente fino al 31 luglio prossimo in forza dell’ordinanza emessa dal Ministro della Salute Roberto Speranza dice ben altro. E cioè che: “chiunque entra in Italia da Romania e Bulgaria fino al 31 luglio dovrà essere sottoposto a quarantena”. E ciò vale sia per i cittadini italiani sia per tutti gli altri. Dunque non solo per i 38 atleti italiani ma anche per quelli delle formazioni World Tour che dovranno rinunciare alla Strade Bianche e alla Milano-Sanremo
Gli unici ad esserne esentati sono gli equipaggi dei mezzi di trasporto e il personale viaggiante dei mezzi di trasporto (piloti, hostess, personale di bordo e controllori).
Ogni altra informazione, anche per l’egocentrico mondo del ciclismo che si ritiene automaticamente esentato da obblighi e doveri in forza della propria fondamentale funzione sociale, è, purtroppo priva di fondamento.
LA POSIZIONE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI – A creare confusione hanno contribuito le FAQ del Ministero degli Esteri che prevedevano alcuni casi di esenzione dall’obbligo di quarantena. Tra questi quello che riguardava “personale di imprese aventi sede legale o secondariain Italia per spostamenti all’estero per comprovate esigenze lavorative di durata non superiorea 120 ore”.
Una possibilità che però non è applicabile come spiegato ieri, con l’aggiornamento delle FAQ, dallo stesso Ministero degli Esteri: non è possibile, infatti, per un Ministero derogare all’ordinanza di un Ministero diverso. Tanto più se ciò dovrebbe avvenire sulla base di FAQ più o meno confuse e non di un atto con forza normativa. Nessun altro organo ha il potere di concedere deroghe a questo tipo di quarantena.
Oggi sul sito del Ministero degli Esteri si legge letteralmente:
Chi entra a partire dal 24 luglio da Bulgaria o Romania o ha soggiornato/transitato in Bulgaria o Romania negli ultimi 14 giorni deve fare 14 giorni di isolamento fiduciario.
Vi sono però eccezioni a queste regole (v. faq n. 4).
Le eccezioni non si applicano e deve quindi fare in ogni caso 14 giorni di isolamento fiduciario:
chi è entrato in Italia a partire dal 24 luglio provenendo da uno dei seguenti Paesi oppure avendo soggiornato/transitato nei 14 giorni anteriori in uno dei seguenti Paesi: Bulgaria o Romania.
L’esenzione, insomma, dovrebbe essere prevista direttamente dal Ministero della Salute che, in tal senso, non ha rilasciato alcuna altra modifica rispetto all’ordinanza del 24 luglio scorso.
NESSUNO CI HA IMPOSTO LA QUARANTENA – Infine, a rendere il giallo ancora più divertente, c’è la dichiarazione di chi, arrivato dal confine o sbarcato dall’aereo non ha trovato alcuna guardia che lo abbia preso in consegna per metterlo in quarantena.
Nulla di tutto questo avrebbe dovuto accadere: la quarantena fissata con l’ordinanza dal Ministro Speranza, infatti, è una “quarantena fiduciaria” che, per definizione, deve essere rispettata direttamente dal soggetto interessato. Se ciò non avviene e provoca delle conseguenze (ad esempio l’insorgere di un nuovo focolaio) il soggetto che si è sottratto volontariamente alla quarantena fiduciaria è penalmente perseguibile.
Niente di più. Non ci sarà alcun controllo delle forze dell’ordine a casa dell’interessato e nessun pedinamento sulle strada. Solo un semplice dovere che ogni cittadino responsabile dovrebbe rispettare.
Eppure in questo momento sembra non esserci nulla di più difficile per lo sregolato mondo del pedale italiano.
COSA FARE? – Cosa devono fare quindi atleti e staff rientrati dal Sibiu Tour? Semplicemente stare a casa, possibilmente in isolamento, per 14 giorni. Superati i quali, senza l’insorgere di sintomi legati al Covid-19, potranno tornare ad uscire di casa e a svolgere la propria vita sociale.
Dura lex sed lex, dicevano i latini. Le prime ad attenersi a questi obblighi sono state le aziende che hanno riconosciuto ai lavoratori in rientro da Romania e Bulgaria 15 giorni di malattia imponendo la quarantena anche ai propri dipendenti.
Piaccia o non piaccia queste sono le disposizioni di legge decise dal Ministro Roberto Speranza che, scusate il gioco di parole, non lasciano “alcuna speranza” di potersi allenare su strada o di poter partecipare ad altre gare prima dello scadere dei 14 giorni.
Non ci sono tamponi o test sierologici che possano liberare nessuno prima di questo termine. Non c’è alcuna considerazione delle misure adottate in Romania e nemmeno della regione di provenienza. Solo l’obbligo di rispettare una ordinanza ministeriale.
Una ordinanza che, sfruttando i buoni rapporti tra FCI e Ministero, si sarebbe potuto tentare di migliorare ma che, invece, è uguale per tutti. Italiani e stranieri. Lavoratori e ciclisti.
Di seguito alcuni link utili per approfondire la questione se ancora ci fossero dei dubbi in merito:
Ordinanza Ministero della Salute del 24.07.2020 (CLICCA QUI)
FAQ aggiornate del Ministero degli Esteri (CLICCA QUI)
Indicazione dell’Ambasciata Italiana di Bucarest (CLICCA QUI)