Il Coronavirus continua a creare non pochi problemi e non solo al mondo dello sport. Anche la politica e l’informazione in questo periodo hanno finito per dare vita ad un “corto-circuito” mediatico che ha avuto l’effetto di confondere ulteriormente le idee.
Un esempio plastico di tutto questo lo si ha guardando all’annuncio fatto ieri dal Ministro della salute Roberto Speranza e a tutto ciò che ne è seguito.
L’ANNUNCIO, LA BUROCRAZIA E GLI ERRORI – “Ho appena firmato una nuova ordinanza che dispone la quarantena per i cittadini che negli ultimi 14 giorni abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria. Questa misura è già vigente per tutti i Paesi extra Eu ed extra Schengen. Il virus non è sconfitto e continua a circolare. Per questo occorre ancora prudenza e attenzione”. Questo il contenuto testuale dell’annuncio fatto dal Ministro della Salute italiano a cui, però, non ha fatto seguito alcuna pubblicazione del testo dell’ordinanza.
E’ bene ricordare che una ordinanza entra in vigore non appena, in qualsiasi modo, venga resa nota al pubblico. Non c’è bisogno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale anche se, va sottolineato, non può essere sufficiente uno stringato comunicato stampa. Tanto più se quel comunicato stampa viene smentito dalle FAQ pubblicate sul sito dello stesso ministero o di altri ministeri.
Dunque, in attesa di avere l’onore di leggere il testo ufficiale della Ordinanza che sarebbe stata firmata ieri dal Ministro Speranza, non resta che fare alcune deduzioni.
A CHI E’ RIVOLTA L’ORDINANZA – Nell’annuncio, il Ministro Speranza parla solo di “cittadini”, intendendo quindi i cittadini di nazionalità italiana ma, andando a vedere bene, le badanti rumene da cui sarebbe scattato l’allarme hanno cittadinanza rumena e non italiana. E, infatti, il Ministero degli Esteri parla chiaramente di “tutti coloro che provengono” da Bulgaria o Romania o vi abbiano soggiornato o, ancora, vi siano semplicemente transitati.
Peraltro, questa applicazione sarebbe conforme alle previsioni già in essere per tutti i viaggiatori che provengono da un Paese extra-europeo.
Questo dato è fondamentale per capire tutte le implicazioni della nuova ordinanza che potrebbe quindi riguardare non solo i 38 atleti italiani in gara al Sibiu Tour e il relativo personale di supporto, ma anche tutti gli altri presenti in Romania o provenienti da Paesi extra-europei.
Ciò significherebbe, ad esempio, che il tedesco Pascal Ackermann (Bora) o gli austriaci Brandle (Israel), Muhlberger e Konrad (Bora) non potrebbero correre in Italia fino al prossimo 9 agosto. Venendo costretti a saltare, di conseguenza, la Strade Bianche e la Milano-Sanremo.
Ma attenzione perchè la quarantena, come detto, riguarda anche tutti gli atleti che siano giunti in Italia in questi giorni provenendo da Paesi extra-europei: su tutti i colombiani Gaviria, Lopez e Quintana. Per loro sarebbero obbligatori 14 giorni di isolamento (vietato anche l’allenamento all’esterno) con buona pace della preparazione atletica e dei programmi di corsa già messi nero su bianco con i propri tecnici.
E poi, ancora, niente trasferte dell’ultimo minuto per russi o atleti provenienti dall’Africa o dal Sud America, altrimenti anche per loro, in Italia ci sarebbero da rispettare 14 giorni di quarantena.
Ecco, dunque, perchè l’ordinanza del Ministro Speranza rischia di aprire il vaso di pandora in un momento in cui il ciclismo mondiale vorrebbe ripartire proprio dall’Italia. Nella lunga lista delle eccezioni riportate dal Ministero degli Esteri al momento non vi è alcuna menzione per gli sportivi di ogni ordine e grado. E, all’orizzonte, non sembrano previsti altri interventi normativi.
SIBIU, LA SITUAZIONE REALE – E’ curioso come tutto questo venga scatenato per evitare la diffusione della pandemia proveniente dall’estero senza approfondire la reale situazione che stanno vivendo i nostri connazionali in Romania.
Innanzitutto va sottolineato come Sibiu sia una regione della Romania, dove i contagi (dati alla mano) sono praticamente pari a zero. Per questo parlare di “cittadini provenienti dalla Romania” è almeno fuori luogo dal momento che è come se si vietasse gli spostamenti a chi è in Italia, magari sulla base dei contagi di Lombardia e Veneto ma si stesso correndo il Giro di Campania.
Poi va riferito delle precauzioni che gli organizzatori del Sibiu Cycling Tour hanno adottato e che vanno ben oltre il protocollo Covid, già peraltro molto stringente, adottato dall’UCI.
Atleti e staff sono arrivati a Sibiu solo dopo aver presentato il referto negativo del proprio tampone. Sono stati suddivisi per piano in hotel e consumano i pasti direttamente in stanza, dove gli vengono recapitati (lasciandoli all’esterno della porta della camera) dal personale di servizio.
Non vi sono incontri in aree comuni, pranzi o cene. Al ritrovo di partenza le squadre sono separate e anche al via gli atleti si presentano per team e ogni squadra parte distanziata dall’altra. L’unica fase di raggruppamento si ha in corsa ma tra atleti ipoteticamente tutti negativi e che non hanno avuto contatti diretti con l’esterno.
Le fasi post gara ricalcano quanto previsto per la partenza con un podio chilometrico a distanziare gli atleti anche in fase di premiazione. Il ritorno in hotel, come già illustrato, avviene in maniera separata e distanziata.
Questa situazione è stata pensata per garantire anche il rientro di tutti i team nei vari Paesi di provenienza: è pubblico, infatti, che l’Ungheria abbia chiuso gli accessi per chi proviene dalla Romania ma, nel caso del Sibiu Tour, come ha confermato il console italiano a Sibiu, sarà garantito il transito di tutti i mezzi e di tutti gli atleti e lo staff anche attraverso l’Ungheria senza alcuna necessità di tampone o altro referto medico.
RINUNCE E DEFEZIONI – La situazione di crescita dei contagi in Romania (non a Sibiu) aveva fatto registrare diverse rinunce e molte defezioni da parte di atleti e team di primo piano. Una scelta legata più alle difficoltà del rientro del dopo-gara più che alla preoccupazione di un vero e proprio contagio. Rinunce e defezioni che, quindi, ora potrebbero riguardare per lo stesso motivo anche le gare del calendario italiano.
Timori confermati dall’annuncio di ieri del Ministro Speranza, in attesa che venga pubblicato anche il testo dell’ordinanza, che vengano chiariti i molti aspetti ancora poco chiari e, magari, venga creato un “corridoio” per atleti e staff al fine di garantire loro la normale prosecuzione dell’attività.