In Italia le linee guida sono ancora lontane dal prendere forma. L’UCI, invece, sembra aver le idee più chiare e ha inviato agli organizzatori un primo schema di procedure da seguire per il post Covid-19.
Ad elaborare il documento è stato un gruppo di lavoro di 11 esperti tra cui non figurava alcun esponente italiano; si tratta di regole che andranno coordinate con le singole normative nazionali e che vanno ad aggiungere non pochi oneri a carico degli organizzatori e dei team.
Innanzitutto il documento dell’UCI che sottolinea come non esistano zone “a rischio zero”, fornisce una tabella di valutazione del rischio e alcuni criteri di mitigazione che serviranno a stabilire l’effettivo rischio di contaminazione.
Le misure da osservare inizieranno ben prima dei giorni di gara effettivi: innanzitutto andrà nominato un coordinatore Covid-19 che dovrà mettersi in contatto con le autorità nazionali e assicurarsi che le strutture alberghiere abbiano i requisiti necessari per consentire di rispettare il distanziamento sociale. In più, per le gare a tappe, andrà assegnata una stanza singola per team per l’eventuale isolamento dei soggetti che dovessero presentare i sintomi da Covid-19.
Prima di trasferirsi sul luogo di gara, i team dovranno sottoporre tutti i propri componenti ai controlli clinici e biologici: solo chi sarà risultato negativo potrà partire per l’evento.
Durante gli eventi di più giorni, poi, quotidianamente (al mattino e alla sera) staff e atleti dovranno compilare il questionario di valutazione e, se presenteranno un punteggio pari o superiore al 6 saranno considerati come casi sospetti e per loro andranno attivate tutte le procedure di isolamento.
Responsabile della salute di ciascun team sarà il medico sociale che dovrà certificare lo stato di salute degli atleti e del personale del team. Per i giudici, invece, la procedura prevede la compilazione del questionario di auto-valutazione e il certificato di negatività del proprio medico che andranno trasmessi al direttore medico dell’UCI.
Le misure che andranno maggiormente ad incidere sull’attività degli organizzatori, però, riguardano l’obbligo di avere un responsabile medico specialista chiamato a valutare i casi sospetti di Covid, di adottare tutti i dispositivi di protezione per il proprio staff e di predisporre delle zone separate per addetti ai lavori, giornalisti, staff, VIP e atleti con il rispetto delle distanze di sicurezza.
Per quanto riguarda gli spettatori, poi, andrà limitato il numero di spettatori al ritrovo di partenza e in zona arrivo. Il pubblico dovrà essere invitato a tenere le distanze e ad indossare la mascherina. Andranno predisposte delle aree destinate ai team per consentire agli atleti di cambiarsi rispettando il metro e mezzo di distanza e dei punti dove dovrà essere disponibile il gel igenizzante.
Non finisce qui: sul podio le premiazioni dovranno essere “self-service”, con un’area pre-podio nel quale gli atleti dovranno rispettare le distanze. Il pubblico dovrà essere incanalato in un’unica direzione per evitare assembramenti e il numero di operatori video e fotografi andrà fortemente limitato.
Tutte regole in continuo aggiornamento (clicca qui per prenderne visione), da coordinare, stato per stato, con le varie normative nazionali: insomma, per ripartire, ci sarà tanto lavoro da fare.