Ufficiale lo sarà, anzi, lo dovrebbe diventare, solo domani mattina. Ma all’interno del team la notizia è deflagrata con la potenza di una bomba che distrugge sogni e speranze di tanti giovani neo-professionisti: la E-Powers, squadra professional ungherese che avrebbe dovuto vedere la luce nel 2020, non si farà.
In attesa della comunicazione ufficiale del governo magiaro, che inizialmente aveva inserito questo progetto nello stanziamento dei fondi per la grande partenza dall’Ungheria del Giro d’Italia 2020, c’è già la certezza che il disegno della nuova squadra Professional sia già finito nel cestino.
I fondi destinati al team potrebbero essere trasferiti per la creazione di una squadra che viaggerà a bordo di biciclette elettriche all’interno del prossimo Giro-E, quel che è certo è che non saranno impiegati per a creare la nuova compagine che avrebbe dovuto essere affidata a Sandro Lerici e Valerio Tebaldi.
I tecnici italiani, che a fine ottobre avevano messo tutti gli atleti sull’attenti con una e-mail di “preavviso” che annunciava le difficoltà incontrate nella composizione del team, ancora non si sbilanciano, rimandano tutte le responsabilità alla dirigenza ungherese che si sarebbe tirata indietro proprio nelle ultime settimane.
Una notizia che, di fatto, riapre il ciclomercato: Davide Rebellin, Manuel Allori, Paolo Baccio, Andrea Cacciotti, Michele Corradini, Jalel Duranti, Gregorio Ferri, Filippo Magli, Filippo Rocchetti e Andrea Toniatti, loro malgrado, tornano sulla piazza, alla ricerca di un ripiego in vista del 2020. Una base da cui ripartire per provare a riconquistarsi un posto nel professionismo.
La credibilità e la serietà restano il problema più concreto per un mondo, come quello del pedale, troppo spesso fatto di promesse e illusioni. La speranza e l’augurio per tutti gli atleti coinvolti nel progetto naufragato è che possa esserci comunque un futuro nel mondo delle due ruote.