Ordine d’arrivo:
1° Samuele Battistella (Italia) 3h53’52”
2° Stefan Bissegger (Svizzera)
3° Thomas Pidcock (Gran Bretagna)
4° Sergio Higuita (Colombia)
5° Andreas Kron (Danimarca)
6° Tobias Foss (Norvegia)
7° Pascal Eenkhoorn (Olanda) a 38”
8° Mikkel Bjerg (Danimarca)
9° Mathieu Burgaudeau (Francia)
10° Torjus Sleen (Norvegia)
L’Inno di Mameli torna a risuonare sul podio degli Under 23 al termine di una prova rocambolesca, spettacolare, entusiasmante, drammatica e poetica allo stesso tempo. A riportare in Italia la maglia iridata è stato il rossanese Samuele Battistella che sulla linea del traguardo era transitato in seconda posizione, alle spalle dell’Olandese Eekhoff, ma che può festeggiare il successo dopo la squalifica del tulipano a causa di un traino prolungato pescato dalla VAR e dal GPS.
Samuele Battistella giunge così all’apice di una stagione ricca di grandi soddisfazioni come il successo al Giro del Belvedere e al Tour de Limpopo e di occasioni sfuggite a causa della sfortuna come il Giro d’Italia Under 23, condizionato da una indisposizione, e il Tour de l’Avenir corso in appoggio di Aleotti. Oggi Samuele è stato brillantissimo sin dai primissimi chilometri, ha trascinato via dal gruppo la fuga vincente ed è stato autore di una rimonta spettacolare sul rettifilo d’arrivo culminata ad appena mezza ruota dal successo. Una vittoria che è arrivata a tavolino ma che resta del tutto strameritata.
Per il vicentino, che fino all’ultimo ha rischiato di restare fuori dalla selezione azzurra (non dimentichiamo la lunga telefonata di Collecchio tra il ct azzurro e lo scalatore di Rossano Veneto), si tratta di un successo che lo consacra a livello internazionale e ne sancisce il diritto di approdare nel World Tour già dal 2020.
Proprio a Collecchio si era vista la reazione di carattere di un ragazzo determinato a sfruttare l’ultima occasione utile per lasciare un segno indelebile tra gli Under 23: tutto il giorno in fuga a tirare per il compagno di colori e a dimostrare di volere quel posto in azzurro.
“Ho sbagliato la volata – ammette candidamente Battistella –. Sono partito troppo tardi. Ero venuto qui in Inghilterra soprattutto come aiuto ai miei compagni. Poi, per come si è messa la corsa, mi sono reso conto che avrei dovuto provarci. La gamba c’era, sapevo che ero in svantaggio, allora ho deciso di fare un po’ di selezione: sono partito molto bene e siamo rimasti subito in pochi, è stata la cosa migliore da fare. Sull’olandese non ho molto da dire, sinceramente non mi sono accorto di nulla in gara. Però meglio così, la maglia è nostra! Alla volata mi sono arrabbiato parecchio: sapevo di essere il più forte, ho sbagliato i tempi… avessi avuto un metro in più lo avrei passato di sicuro.”
Marino Amadori ha aggiunto: “E’ successo di tutto, forature, cadute (anche Dainese, proprio insieme all’olandese Ekhoff, a 100 chilometri circa dalla conclusone). Samuele è stato molto bravo a selezionare un gruppetto ad una trentina di chilometri dall’arrivo, perché si trovava senza compagni ed era evidente che dietro non sarebbero riusciti a recuperare. Oggi aveva una gamba straordinaria e ha dimostrato di essere il più forte.”
Una maturazione graduale quella di Battistella, passato tra le fila della Zalf Euromobil Désirée Fior e giunto al successo iridato sotto la guida proprio dell’ultimo campione del mondo Under 23 che l’Italia potesse vantare, quel Francesco Chicchi che, insieme a Daniele Nieri, ha saputo trasmettere la tranquillità e la convinzione giusta ad un Battistella in formato, ora lo si può dire, davvero mondiale. E l’Italia può tornare a festeggiare con lui…
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