Sarà la posizione, tra Toscana e Marche, sarà l’antico nome Tifernum Tiberinum, sarà l’exclave compresa tra i comuni di Apecchio (PU) e Sant’Angelo in Vado (PU) nelle Marche corrispondente all’area di Monte Ruperto dell’estensione di circa 500 ettari e con un numero di abitanti pari allo zero. Saranno tutte queste cose messe insieme, forse, a creare un po’ di instabilità emotiva e che si riversano magari sulla instabilità organizzativa.
I PRECEDENTI – Ma è accaduto ancora. Anche stavolta. Quella cittadina, trasformata dall’eponimo in Città di Castello, sembra essere al centro di un triangolo magico di sfortune ogni volta che mette mano ad una corsa ciclistica.
Vittima illustre qualche anno fa persino Davide Martinelli vincitore di un campionato italiano a cronometro ancora, pare, privo di omologazione, a causa della dispersione tra le nubi, pare, della delegazione dell’antidoping. Poi ancora una cronometro qualche mese fa. Cronometro definita killer. Sollevazione popolare, rischio di incidenti, letteracce nei confronti della struttura regionale umbra, corridori a rischio di investimenti frontali e molto altro.
Domenica altra replica. Sempre nel triangolo magico di Città di Castello. Nella gara di ciclocross, nella prova riservata agli open (elite e under23). Un manipolo di coraggiosi, 20 partenti, un terzo addirittura di una sola squadra giunta dal Nord per visitare le amenità locali in gita di piacere, si contendono punti top class. Nella grande giornata che doveva essere di festa diventata invece in un parco semivuoto, visti i tanti corridori open (venti appunto) si sceglie di far partire le categorie separate. Si tratta pure di campionato regionale umbro.
Under23 e open partono separati di dieci secondi. Si fa subito il vuoto tra gli esperti del fuoristrada e chi è in gita di piacere e di allenamento. Termina la gara ed esce dall’ordine d’arrivo. Classifica unica. Con malumori serpeggianti. Ci sarebbero state discussioni anche fra qualche dirigente federale, gli organizzatori e la giuria ma alla fine resta la classifica unica, decisa non si sa in base a quale criterio. Polverone per il montepremi, per le premiazioni, per i punteggi, per la consegna dei rimborsi, qualcuno si lamenta pure del percorso fatto senza seguire l’ortodossia dei regolamenti.
Il caos prosegue anche a distanza di una settimana e si arriva alla prova in programma ieri a Petrignano dove si sarebbe presentato il problema della presenza in gara di esordienti e allievi. Si accendono gli animi, si discute regolamento alla mano, che ognuno interpreta a proprio piacimento, se i piccoletti possano o meno gareggiare dopo un tour de force inframezzato da una festa. Dopo la discussione la decisione che mette in pace gli animi. Alle 12 esordienti e allievi partono come da programma.
[banner]G-andrea[/banner]
QUESTIONE DI PUNTI – E si solleva così l’ennesima querelle di una corsa in una Regione che dal punto di vista ciclistico avrebbe bisogno di rifarsi il lifting sotto tanti aspetti. Una corsa fatta così, con buona pace degli organizzatori che comunque si impegnano e si danno da fare. Nulla da dire in questo senso. Ma rimane la ferita aperta legata alla assegnazione dei punteggi. I punti top class, sostiene più di qualcuno, sono da rivedere. Dovrebbero essere assegnati, secondo il parere dei più esperti, solo ai corridori appartenenti alla regione in cui si gareggia. Perché in questo modo si è creata una sorta di pendolarismo della top class con squadre disposte a fare chilometri e chilometri di trasferta pur di raccogliere punti.
Magari molti di loro non hanno nemmeno le qualità o le caratteristiche per gareggiare e confrontarsi con i migliori del fuoristrada. Ma in questo modo rischiano di partire molto avanti nella griglia di partenza delle corse nazionali e dei campionati italiani. E nel ciclocross partire davanti è fondamentale.
I punti top class, dice qualcuno, dovrebbero essere insomma assegnati solo ed esclusivamente al corridore appartenente al comitato regionale dove si disputa la gara e regolamentati in base a quanti corridori ci sono alla partenza. I punti dovrebbero insomma essere minori a seconda di quanti sono i corridori al via. Facciamo un esempio assurdo. Il mitico Cipriano Gottardi, il più anziano elite d’Italia, della Forti e Veloci Trento, over 65 ormai, se decidesse di girovagare per lo stivale tricolore per conseguire punti top class lo potrebbe fare. E in griglia di partenza ai campionati italiani rischierebbe di trovarsi davanti a corridori del calibro di Gioele Bertolini, Marco Aurelio Fontana, i gemelli Braidot, Nadir Colledani e molti altri. E allora si ci sarebbe da divertirsi…