“No grazie”. Ormai, a Milano, negli uffici del presidente Cordiano Dagnoni, sono abituati a sentirselo ripetere ad ogni proposta. Dopo i rifiuti di Maurizio Fondriest e degli altri interpellati sino ad oggi per ricoprire il ruolo di CT oggi è arrivato anche il “no” di Davide Cassani che manda in frantumi il desiderio cullato e dichiarato pubblicamente dal presidente Dagnoni di poter mantenere l’ex professionista faentino nella struttura federale ricomponendo così il clamoroso strappo di Tokyo.
A Cassani era stato proposto di presiedere la “Ciclistica Servizi” prendendo così il posto del presidente uscente Renato Di Rocco ma il Davide nazionale ha deciso di non lavorare più con la nuova gestione della FCI.
Dopo 8 anni di collaborazione nel corso dei quali ha raccolto due titoli mondiali a cronometro (Ganna), quattro titoli europei in linea (Viviani, Trentin, Nizzolo, Colbrelli) e un argento mondiale (Trentin), dunque, si chiude il mandato da CT di Davide Cassani. Una frattura burrascosa, scoppiata in occasione delle Olimpiadi di Tokyo e mai più ricomposta, aldilà degli annunci ufficiali e i tentativi di mascherare l’incompatibilità tra la nuova dirigenza federale e il Commissario Tecnico.
Oggi l’ultimo capitolo del romanzo azzurro chiuso da una dichiarazione di circostanza diramata dalla stessa FCI: “Ho sempre considerato Davide una risorsa per il movimento ciclistico e per questo mi sarebbe piaciuto percorrere ancora altra strada insieme. Comprendo, però, i motivi della sua decisione. Lo ringrazio per quanto fatto in questi anni. Sono certo che, qualunque sia la sua nuova sfida, porterà ancora lustro al nostro movimento. Per questo motivo le porte delle Federazione per lui resteranno sempre aperte” ha commentato il presidente Dagnoni.