2013 e 2016: questi i due anni in cui il ciclista di Messina Nibali, 36 anni a novembre, si è portato a “casa” il Giro d’Italia. Quest’anno proverà a conquistarlo per la terza volta e a scrivere la storia del ciclismo, ma le insidie nella corsa rosa non sono poche e a queste si aggiunge quest’anno il fattore stanchezza. A ogni modo, la partenza sarà proprio dalla sua Sicilia, per un Giro che vede impegnati 3496,8 chilometri del territorio italiano dilazionati su 21 tappe, passando per Matera, Roccaraso, lo Stelvio, ma senza però toccare Campania, Lazio e Toscana.
Lo Squalo Nibali: esperienza e determinazione per tentare l’impresa – 36 anni e non sentirli: il campione messinese ha alle spalle grandi successi, non soltanto due Giri d’Italia nel 2013 e nel 2016, bensì anche un Tour de France, una Vuelta d’España e altri piazzamenti di rilievo che lo hanno consacrato a tutti gli effetti fra i migliori corridori della sua epoca. Non a caso, anche per il Giro d’Italia 2020 è assolutamente fra i favoriti degli addetti ai lavori, degli appassionati e delle quote delle scommesse sul ciclismo, sia perché si partirà dalla “sua” Sicilia (ben tre tappe nella Trinacria), sia perché la sua voglia di portarsi a casa un’altra corsa rosa è forte e forse questo Giro d’Italia di ottobre rappresenta la sua ultima occasione. In un’interessante intervista su SkySport di luglio, il siciliano ha confermato la sua determinazione nel puntare al Giro d’Italia e si è detto entusiasta per la partenza nella sua terra, che è anche un motivo di vanto e di pubblicità per la Sicilia, anche se non potrà permettersi distrazioni. Un grosso interrogativo per questa corsa rosa 2020 è che non aprirà come di consuetudine le competizioni ciclistiche, bensì arriverà dopo Tour de France e Milano-Sanremo e c’è l’incognita di come reagirà il fisico durante un agosto torrido in due competizioni molto dure come quella francese e quella lombadro-ligure.
Carapaz sembra l’outsider più temibile, il Giro perde Evenepoel – Fra gli avversari che avrebbero potuto contendere la maglia rosa a Nibali c’era il giovane belga Remco Evenepoel, “battezzato” anche dallo stesso ciclista messinese come fra i migliori corridori emergenti. Il ragazzo darà purtroppo forfait a causa della frattura del bacino avvenuta in seguito a una brutta caduta in cui si dopo aver perso la presa sulla bicicletta è caduto in un burrone mentre correva il Giro di Lombardia. Un vero peccato per un ragazzo che era tanto atteso alla corsa rosa e che si era detto determinato a provare a fare l’impresa. Ci sarà, salvo sorprese, Carapaz, all’anagrafe Richard António Carapaz Montenegro, ventisettenne ecuadoreño che correrà per Ineos e ha già in bacheca un Giro d’Italia, quello dell’anno scorso, dopo che nel 2018 era diventato il primo ciclista ecuadoreño ad aggiudicarsi una tappa nella corsa rosa arrivando primo a Montevergine di Mercogliano. Nibali riconosce la forza e il talento di Carapaz, anche se dalla sua il ciclista ecuadoreño non avrà più l’effetto sorpresa, bensì si porterà addosso un bel carico di responsabilità dovendosi confermare dopo l’impresa dell’anno scorso. Inoltre, Nibali individua come momento cruciale del Giro d’Italia le tappe numero 16, 17 e 18: oltre 600 km fra Udine e Asti che secondo Lo Squalo saranno decisivi per la durezza e per capire le condizioni fisiche prima delle ultime tre tappe.
In questo Giro d’Italia stranamente autunnale, il corridore siciliano proverà a fare un tris che lo porterebbe definitivamente nella storia del ciclismo italiano e internazionale. Raggiungerebbe infatti a tre vittorie nella corsa rosa mostri sacri come Gino Bartali e Felice Gimondi, mentre Fausto Coppi rimane irraggiungibile con cinque successi.