C’è voluto un pò di tempo ma anche l’UCI ha preso atto del caos creato dalla medaglia d’oro conquistata dall’atleta transgender, Rachel McKinnon, in una prova femminile ai Campionati del Mondo riservati agli amatori di Los Angeles (Usa).
Nel prenderne atto l’UCI ha precisato che la questione non riguarda i trattamenti farmaceutici a cui gli atleti si sottopongono per completare la propria transizione in quanto regolamentati dalle normative in tema di esenzioni per uso terapeutico (TUE).
La posizione assunta dagli uomini di Lappartient di fronte alla tematica sulla possibilità dei transgender di prendere parte alle gare riservate “all’altro sesso” è, però, disarmante.
Sostanzialmente l’UCI afferma di non sapere come trattare la questione e di attendere le direttive che potrebbero essere emanate, si spera a breve, dal CIO.
Nel comunicato ufficiale dell’UCI, infatti, si legge: “Dopo circa 18 mesi di lavoro sostanziale e dopo aver consultato le federazioni nazionali, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) dovrebbe annunciare a breve le linee guida relative alla partecipazione alle gare degli atleti transgender. Questo documento dovrebbe consentire all’UCI di prendere in considerazione, in linea con l’evoluzione della nostra società, il desiderio di queste persone di competere e, allo stesso tempo, di garantire il più possibile delle pari opportunità per tutti i partecipanti alle competizioni femminili. L’UCI adatterà i suoi regolamenti secondo le linee guida del CIO”.
In attesa che arrivi una decisione concreta in merito, dunque, la polemica prosegue…
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