Il nuovo presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale è David Lappartient. Bryan Cookson non ha convinto la platea del ciclismo mondiale e a Bergen, dopo appena quattro anni di gestione dell’UCI è costretto a tornarsene in patria a mani vuote.
La “Brexit” forzata dal mondo ciclismo si è consumata nella mattinata di oggi in terra norvegese con una votazione che si è chiusa con ben 37 voti a favore dello “sfidante”, il francese David Lappartien, già presidente dell’UEC e appena otto per l’ex-presidente prodigio della British Cycling, Bryan Cookson.
Dopo quattro anni di promesse non realizzate, a non convincere i 45 delegati presenti nell’assemblea di Bergen è stata soprattutto la relazione di fine mandato presentata da Cookson e che, ancora una volta, si è dimostrata priva di quella spinta innovatrice che era lecito attendersi dal successore di Pat McQuaid.
Spirito imprenditoriale e piglio giovanile, invece, per David Lappartient che ha aperto anche al mondo della mobilità ecosostenibile nuova frontiera del movimento delle due ruote che vuole uscire dalle ristrette mura del mondo agonistico.
Le elezioni sono proseguite con le votazioni per comporre il nuovo consiglio direttivo dell’UCI, all’interno del quale continuerà ad essere presente l’Italia rappresentata dal Presidente Renato Di Rocco; questi tutti gli eletti:
Asia: Amarjit Singh Gill Darshan (Malesia)
Africa: Mohammed Belmahi (Marocco)
America: Bob Stapleton (Usa)
Europa: Renato Di Rocco (Italia), Harald Hansen (Norvegia), Toni Kirsch (Germania), Artur Lopes (Portogallo), José Luis Lopez Cerron (Spagna), Igor Makarov (Russia) e Tom Van Damme (Belgio).
Oceania: Tony Mitchell (Nuova Zelanda)
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