Sono bastate due e-mail, una di Sandro Lerici a fine ottobre che preannunciava il disimpegno del manager italiano e una, definitiva, di Tamás Pőcze ieri, per annullare mesi di ciclomercato, trattative e contratti firmati con i corridori. Il fallimento del progetto professional ungherese che si era aperto sotto il nome della E-Powers è così certificato.
Ma nel leggere la mail inviata da Tamás Pőcze c’è una considerazione che si fa spazio nella testa di tutti gli appassionati ed è la constatazione di quanto il “sistema ciclismo” sia debole e precario.
Con due e-mail vengono annullati i contratti già firmati e gli accordi già intercorsi con staff ed atleti. Tutto avviene nel silenzio di UCI, FCI e ACCPI, come se tutto questo fosse lecito e normale.
Nel mondo civile, infatti, un simile comportamento da parte di un manager di una azienda avrebbe delle conseguenze ben diverse. Ma nel ciclismo, in questo ciclismo, sembra essere tutto concesso.
E’ dunque con grande amarezza che vi proponiamo il testo della e-mail ricevuta ieri da atleti e staff che, nonostante in molti avevano espresso delle perplessità. avevano scelto di impegnarsi in favore del progetto E-Powers:
Cari membri del Team Epowers Factory,
vi informiamo che le trattative tra gli sponsor e il Team Epowers Factory non sono fino ad ora giunte alla finalizzazione. Per questo motivo, il Team non è riuscito a rispettare la scadenza imposta per l’ottenimento della licenza UCI. Questa sfortunata situazione ha portato così alla inevitabile conclusione del processo di autorizzazione per la licenza Continental Professional del Team da parte dell’UCI. Ciò significa che non saremo in grado di avere la licenza, che non potremo partecipare alle gare ProTour del prossimo anno e quindi alla inevitabile risoluzione dei contratti tra Epowers Factory Team Plc., i corridori e i membri dello staff.
Grazie mille per aver creduto nel nostro progetto, per la fiducia e la professionalità mostrata in questo periodo.
Vi auguriamo tutto il meglio per il prossimo anno.
Tamás Pőcze