Alessandro De Marchi ha partorito la sua settima meraviglia sulle strade del Tour of The Alpes, come? Alla sua maniera: in fuga.
Tra i verdissimi e idilliaci prati della vicina Austria e i pochi segni di civiltà, il rosso di Buja ha messo al tappeto la sua compagnia di giornata – Simon Pellaud e Patrick Gamper – che nulla hanno potuto fare sull’ultima salita, quando con tutta la calma e la tranquillità che da sempre lo contraddistingue, si è tirato sui pedali, ha iniziato a ciondolare e con il viso sereno e composto ha imposto il suo passo permettendogli di arrivare in fondo alla fatica a braccia alzate.
Tutto è iniziato in maglia Androni nel 2010, e fuga dopo fuga, macinando in avanscoperta sempre più chilometri, ha trovato il primo successo tra i professionisti nell’arrivo in solitaria di Risoul del Giro del Delfinato 2013, la prima vittoria a 27 anni, già in età matura per i canoni attuali. Le successive tre vittorie portano la firma in terra spagnola e precisamente alla Vuelta Espana, la prima nel 2014, poi 2015 e 2018 tutte con il consueto marchio di fabbrica, la fuga da lontano. Sempre nel 2018 arricchisce il suo palmarès con la classica di fine stagione del Giro dell’Emilia, partito a poco più di venti chilometri dalla conclusione costruisce in solitaria un autentico capolavoro, forse il suo personale capolavoro. Continua a gioire nei nostri confini grazie alle Tre Valle Varesine di tre anni fa, l’azione sul finale con Davide Formolo e lo sprint a due che lo incorona.
Un bacio alla sua casacca di appartenenza, la Jayco Alula, come a volere ringraziare chi a quasi 38 anni crede ancora in lui, crede nella sua attitudine da grande e silente lavoratore.
Il suo mondo è ben lontano dalle dinamiche del ciclismo moderno, caratterizzato sempre più da un marcamento asfissiante e un attendismo al cospetto dei super big del panorama, e chi campione non ci nasce? Deve inventarsi e se serve anche partire da lontano, così come Alessandro è abituato a fare anche a costo di essere ripreso sulla linea dell’arrivo, ne ha memoria lo scorso anno il Giro e la città di Napoli, la fuga a due con Simon Clarke si è conclusa pochi metri prima dello striscione di arrivo.
Il Giro d’Italia ha saputo però regalargli una gioia immensa con la vestizione della rosa nel 2021; dopo questa settimana in Trentino, Alessandro si chiuderà tra i suoi monti per finalizzare la preparazione in vista del suo ottavo Giro d’Italia. Non sarà difficile pensarlo ancora una volta in avanscoperta lontano dai meccanismi calcolatori del gruppo per provare a chiudere il cerchio con quella tappa che gli è sempre sfuggita e per far vedere al mondo come si fa il vero ciclismo, quello delle fughe da lontane, delle imprese umane.