Sono strana cosa i Mondiali UCI. Vittoria Guazzini ha vinto a Wollongong il primo mondiale a cronometro riservato alle Donne Under 23. Una buona notizia per l’Italia, non fosse altro perchè è l’unica gioia di una giornata tristemente opaca. Ma, aldilà della auspicata parità tra il ciclismo maschile e quello femminile, questa maglia di Campionessa del Mondo U23 che valore ha?
Nulla da togliere, ovviamente, alla ottima prestazione della azzurra. Sicuramente più significativo, però, è il quarto posto tra le Elite per una giovane atleta come lei, piuttosto che un titolo iridato di cui potrà fregiarsi ma che non potrà mai (o quasi) sfoggiare. Insomma una maglia che fa curriculum ma dal peso specifico davvero scarso.
Infatti non esistono competizioni nel calendario UCI riservate alle Under 23 se non i Campionati Europei e i Campionati del Mondo e (davvero) poco altro. Già il fatto che la prova mondiale sia stata corsa in concomitanza con le Elite è significativo del fatto che si tratti solo di un tentativo di “pareggiare” il conto dei titoli in palio senza guardare più di tanto alla sostanza delle cose. Si aggiunga che già Vittoria Guazzini milita in una formazione World Tour e si può già considerare a tutti gli effetti una Elite.
Una categoria, quella degli Under 23, che sta perdendo di valore anche in campo maschile dove, ormai, i veri talenti sono quelli che saltano questo passaggio e da juniores passano a vincere direttamente tra i professionisti. Bravi Battistella e Baroncini, ma non dimentichiamoci che, mentre loro vincevano i titoli mondiali U23, i loro pari età più promettenti già correvano le prove iridate tra i professionisti.
Se l’UCI ha veramente a cuore la crescita graduale delle giovani ragazze del panorama internazionale perchè non promuovere la nascita di eventi riservati alle Under 23 (evitando così di buttare ragazzine juniores nel gruppo delle Elite) invece che assegnare un titolo iridato senza casa e senza visibilità?
Un fenomeno a cui stiamo assistendo ormai da anni, quello di moltiplicare i titoli per ingrandire gli eventi UCI (e UEC) che ha il solo effetto di svilire il valore vero di un titolo mondiale (o europeo che sia). Si è iniziato con il Team Relay, disciplina che poco ha a che vedere con la storia e la tradizione del ciclismo, si è proseguito su pista dove ormai le specialità non si contano più e si è arrivati alle gare femminili Under 23. Intanto si sta preparando il mondiale Gravel, altra disciplina priva di un vero e proprio calendario e di una propria identità per non dimenticare i mondiali delle Gran Fondo.
Insomma il futuro che ci attende sarà ricco di Campioni del Mondo e di Campioni Europei… ma alla fine quale sarà la maglia che vale davvero?