Il Giro d’Italia, che sia dei professionisti o che sia degli Under23 è un Giro d’Italia in senso figurato ma anche in senso letterale del termine. Si gira. Perché ciclismo è kyklos, ciclo, come spiega il termine greco originale, ovvero una situazione temporale che si apre e si chiude all’infinito. Il Giro va in giro e ti porta in giro, a scoprire posti unici e incredibili di una Italia che racconta sempre emozioni diverse per ogni luogo che si attraversa.
Il Giro d’Italia Under23 diventa poi una grande famiglia, senza l’esasperazione che ha invece un Giro d’Italia professionisti. Puoi assaporare luoghi, conoscere persone e apprezzare il profumo e il mistero che emana un luogo. La carovana è tutto un turbinio di saluti, di abbracci, di scambio di parole, di informazioni, di pacche sulle spalle. Un modo, fondamentale, per conoscere quelli che saranno o i campioni del domani e un modo anche per conoscere quelli che non sono stati campioni che ma che nel ciclismo ci sono rimasti. Perché il ciclismo nasce gira e si conclude sempre, come un ciclo appunto. E nel turbinio della preparazione che precede una cronometro, il momento di maggiore stress in una corsa a tappe, puoi finire casualmente di fronte a una villa illuminata di rosa, con parco e sul cancello di stile liberty, completamente isolato da contesto dei palazzotti alti anche sei metri, con hotel, appartamenti, i bagni, il via via dei villeggianti che in ciabatte, costume e borse con secchielli, racchettoni e molto altro attraversano la strada per gettarsi sulla dorata spiaggia e il basso Mare Adriatico della Riviera Romagnola.
Sul cancello stile Liberty, una grande M. Villa Mussolini, recita la scritta sottostante. La Villa, ora comunale, fu la residenza estiva della famiglia Mussolini tra gli anni Trenta e Quaranta.”Villa Margherita – recitano le fonti storiche – venne costruita nel 1890, adiacente alla spiaggia, e la prima proprietaria fu Eugenia Beccadelli in Grimaldi. Nel 1932 fu presa in affitto dalla famiglia Mussolini e nel 1934 fu acquistata da Rachele dalla contessa Pullè.
Villa Mussolini viene quindi trasformata, in tempi recenti, in una sede per mostre e eventi”. E ci scopri una bellissima mostra con le fotografie di Secondo Casadei, ex corridore e noto fotografo, che espone emozionanti gigantografie di corridori e ciclismo degli anni Sessanta e Settanta. La Storia. Poi il giorno successivo il Giro Under23 ti porta tra i colli e le montagne della Romagna da Riccione a Santa Sofia. La strada da Forlì comincia a inerpicarsi su colline aperte e falesie a perdita d’occhio. E mano a mano il paesaggio ti propone antiche rocche medievali, torri di vedetta, di controllo, che permettevano di bloccare i passaggi di armate ostili. La strada sale dolcemente verso Santa Sofia.
Un cullare di curve morbide e campi coltivati e montagne aspre e rocciose che, prive di alberi mostrano un terreno argilloso di falesie che sembrano pronte a scivolare a valle. Si entra nel percorso della gara, incrociando l’abitato di Galeata. E grazie al Giro si aprono i cassetti della memoria. Ravenna, capitale d’occidente del Sacro Romano Impero, con i suoi mosaici e la sua regina Teodolinda proteggono le spalle del Giro dalla pianura verso le colline. Galeata, Galeata, questo nome batte nelle sinapsi. Ad un tratto girando a destra la strada ti fa notare un cartello, quasi nascosto tra il simbolo di un parcheggio e la pubblicità di una azienda. Villa di Teodorico. Scavi archeologici. Ed ecco che si apre il mondo, la Storia, i ricordi di un passato ormai sepolto come gli scavi archeologici. Stiamo transitando nel valico che fu conquista dei Goti, da Ravenna verso Roma. Una passaggio tra le montagne, attraverso le quali le armate dei popoli del Nord, dalle pianura teutoniche scesero verso Roma, la capitale del più grande Impero che la storia ricordi e ne decretarono la distruzione. Tra le pagine di internet scopriamo la storia della Villa di Teodorico e la cerchiamo tra stradine di campagna assolate e scarsamente abitate. Un capannone in mezzo alle erbacce lungo una stradina sterrata attira la nostra attenzione. Ed ecco il cartello: Scavi archeologici Villa di Teodorico. E la stretta al cuore. Erbacce, abbandono, un palazzo imperiale lasciato nella più totale incuria. Barbari li chiamavano i Goti. Ma i barbari (i greci definivano barbari tutti coloro che non parlavano greco e sapevano solo tradurre in modo onomatopeico i monosillabi ba – ba – ba) ormai siamo noi.
Gli scavi realizzati nel 2006 hanno riportato alla luce il grande quartiere termale del complesso teodoriciano rendendo anche possibili le visite al sito archeologico.
Il ciclismo viaggia, il ciclismo gira, il ciclismo fa girare comunque anche l’economia. Perché il ciclismo non recupera gli antichi siti storici in abbandono lasciando il marchio del ciclismo? Gli altri sport, nei loro palazzetti di cemento freddi non lo possono fare. Ma il ciclismo si!
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