Entra in sala stampa scortato dai suoi ragazzi, i suoi compagni di squadra. Sono i suoi santi protettori in Terra Santa. Tra le mani, come se fosse un vescovo che deve dire Messa Grande, tiene stretto un cilindro di metallo color bronzo lucido con il tappo che si avvita. Lo protegge come fosse l’ostensorio. E mentre risponde alle domande dei giornalisti, ogni tanto lo svita e sorseggia. I suoi compagni invece bevono tranquillamente dalle bottiglie d’acqua posate sul tavolo della conferenza stampa versando l’acqua nei bicchieri.
E’ molto tranquillo Chris Froome. Risponde senza batter ciglio alla prima domanda ingombrante sul Ventolin e sul paragone con Contador. “Il mio caso è differente rispetto a quello di Contador, che tra l’altro è accaduto diversi anni fa. Sono tranquillo. Sono qui per correre”.
L’alieno Froome guarda i giornalisti, li scruta, ascolta le loro domande e lapidario risponde.
“La mia scelta di ve dire al Giro d’Italia è stata ponderata. Dica nel corso dell’inverno. Un percorso equilibrato e ogni settimana delle tre ha le proprie peculiarità. Ho una grande sicurezza in questo Giro. Spero di ottenere risultati migliori rispetto alle mie presenze precedenti. Ho visionato alcune tappe. Compreso lo Zoncolan, a differenza ad esempio del mio avversario Dumoulin che non è andato a provarne nemmeno una. E’ un Giro complesso, non ha tappe decisive secondo me, e l’imprevisto, come in tutte le corse è sempre dietro l’angolo.Il mio approccio è diverso alla corsa rosa. Arrivo qui per vincere, non lo nascondo”.
E su Israele ?
“Un paese davvero interessante, accogliente. Non c’ero mai stato. Avevo dei timori ma arrivato qui mi sono accorto che il livello di sicurezza è davvero alto. Ora attendiamo solo The Big Start from Israel”.
Si alza, si concede alle interviste mantenendo comunque una certa distanza (forse teme di prendere qualche virus) e con la guardia del corpo alle spalle saluta tutti e mentalmente ripensa alle salite e agli allenamenti che ha già affrontato in attesa di una cronometro che forse porterà già il suo nome.