“Il deserto è la mia terra”. Sale in bicicletta alla hall dell’hotel dedicato alle conferenze stampa Elia Viviani. Senza bicicletta non fa nemmeno un passo. Anzi è pure sceso dalle scale con il mezzo a due ruote, due piani di pura adrenalina. Il campione olimpico è ormai un habitué del deserto. Conosce il vento, la sabbia, il clima. Le tappe ad Abu Dhabi e Dubai sono il suo portafortuna.
Ci ride e ci scherza ma intanto è orgoglioso di essere il punto di riferimento della Quick Step Floors per le volate e per il Giro d’Italia. “Mi mancava essere nella carovana rosa da corridore ovviamente. Correre sulle strade di casa, tra un pò di tappe, in Veneto e poi sentire l’incitamento della mia gente, dopo aver vinto una medaglia alle Olimpiadi sarà una esperienza davvero emozionante. Punterò già qui in Israele alle tappe di pianura ovviamente. Il mio obiettivo finale la maglia ciclamino”.
Finale?
“Si, quando dico finale è perché in fondo al Giro d’Italia ci devo arrivare per forza. Roma mi aspetta . Io mi occuperò delle volate, ma abbiamo comunque una buona squadra che può ambire alle vittorie di tappa. Stybar potrà fare la differenza sulle tappe impegnative con percorsi non semplici e tutti da interpretare”.
La maglia ciclamino per te ma la Rosa per chi?
“Va da Froome a Dumoulin. Aru dovrà fare a spallate fra i due”.
Elia Viviani parla di Giro ma quando gli chiediamo se è a conoscenza del nuovo velodromo coperto che hanno già ultimato a Tel Aviv risponde affermativo.
“Mi sono già informato di tutto. 250 metri, adatto a riunioni di livello internazionale , di sicuro ci organizzeranno prove di Coppa del Mondo. Spero proprio di andarci”.
Viviani e la pista amore infinito come il trofeo del Giro d’Italia. Quando tornerai sul parquet?
“Ad agosto si comincia con le riunioni di Coppa del Mondo e le prove di qualificazione. Marco Villa non mi ha ancora comunicato nulla. Sono in attesa. Ma non credo proprio che avremo problemi di qualificazione. Consonni, Scartezzini hanno fatto bene ultimamente. La mia testa pensa comunque sempre alla pista. E a Tokyo. Ci andremo, ma intanto mi attende il deserto”.