Dopo il lockdown Mario Cipollini ha deciso di guardare ai giovani e di aprirsi al pubblico. Da settimane, quasi quotidianamente, Re Leone posta sulla propria pagina Facebook dei video in cui racconta vecchi aneddoti o avanza proposte per migliorare il ciclismo giovanile.
Oggi SuperMario è tornato su una spinosa questione del 2013 quando la Gazzetta dello Sport pubblicò delle indiscrezioni secondo le quali lo stesso Cipollini si sarebbe rivolto al dottor Eufemiano Fuentes (indagato al centro dell’Operacion Puerto) per conquistare alcuni dei successi più importanti della sua lunghissima carriera. In quella vicenda, racconta Cipollini, ad infastidirlo maggiormente furono le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della FCI Renato Di Rocco e dall’allora commentatore RAI, Davide Cassani.
“Davide Cassani scrisse che ero la rovina del ciclismo. Probabilmente qualcuno gli aveva detto di farlo per sfruttarlo dal punto di vista politico. Lo fece con un post su Facebook e lo tolse dopo qualche ora. Ma non lo ha mai tolto dalla mia mente” ruggisce Mario Cipollini. “Ho cominciato a fare controlli antidoping a 18 anni. Io non sono mai risultato positivo ad un controllo e qui lo posso giurare, davanti a tutta l’Italia. Così come non è mai successo a Marco Pantani. Davide, ora ti chiedo una cosa: tu sei pronto a giurare qui davanti a tutti gli altri che non sei mai risultato positivo una volta?” ha attaccato frontalmente Mario Cipollini rivolgendosi a Davide Cassani.
Poi, il campione del Mondo di Zolder ha proseguito: “Io ho corso con i giganti. Tu eri un soldatino di piombo. Ora tu sei un gigante e noi siamo soldatini di piombo, Perchè? Perchè il sistema ti ha messo dove sei e tu sei un burattino nelle mani di altri. Sai cosa ti dico? Tu da commissario tecnico non insegni niente perchè non hai imparato niente. Hai più sponsor sulla maglia te che gli atleti che vengono alle corse. Io ho l’immagine, come commissario tecnico, di Alfredo Martini e di Franco Ballerini. Alfredo metteva la maglia con scritto Italia soltanto ai campionati del mondo, poi, per il resto dell’anno era sempre in giacca e cravatta. Sai perchè non insegni niente agli atleti? Perchè i corridori sono leoni o pecore. E tu sei pecora. Perchè tu non sei mai partito da un albergo per andare alla partenza avendo in testa la vittoria. Avrai anche vinto ma non sei mai partito per vincere, sono state altre situazioni che ti hanno fatto vincere. Non sei partito per vincere come è successo a Bugno, Argentin, Moser e al sottoscritto: tutta gente che è fuori dal ciclismo. Invece ci sei tu adesso”.
Ma la critica di Cipollini non riguarda solo il vecchio passato. Il campione toscano guarda agli ultimi due Campionati del Mondo e imputa a Davide Cassani delle responsabilità sul mancato successo di Gianni Moscon e Matteo Trentin. “Campionato del mondo dello scorso anno. Tu eri a 12 km dall’arrivo con un ombrellino come fossi un turista giapponese. Se io fossi stato commissario tecnico sarei stato sull’ammiraglia e avrei dovuto avere la sensibilità di capire che dopo che si è staccato Van Der Poel, Matteo Trentin ha sentito la pressione di essere campione del mondo e lì è crollata la mente del corridore. Tu con l’esperienza avresti dovuto essere su quella macchina e ad ogni cambio avresti dovuto avvicinarti e parlare con Matteo prima per calmarlo e poi per caricarlo con tutta l’energia che soltato uno che ha vinto sa dare. Invece su quella macchina c’era Marco Velo e anche lui, non me ne voglia, è una pecora. Non è quello il tuo ruolo. Sei travestito da una cosa che non è la tua. Non sei quello Davide. Questo è il mio personalissimo avviso. Parliamo di Gianni Moscon a Bergen: gli hai fatto fare 3 campionati del mondo in una settimana. Io fossi stato CT gli avrei fatto fare solo la cronometro a squadre e sarei stato con lui tutta la settimana. Vuoi scommettere che Alaphilippe non lo avrebbe staccato in salita? Poi in volata se la sarebbero giocata e chissà come sarebbe andata a finire… Tu invece avevi bisogno di presentare una testa di serie al campionato del mondo a cronometro perchè magari Pinarello doveva mostrare la Bolide tricolore. Fosse stato per me Moscon non avrebbe fatto la cronometro nemmeno se me lo avesse chiesto il Presidente della Repubblica. Sono analisi mie personali, da corridore, da vincente. Io ho partecipato a due mondiali: uno da juniores e uno da professionista e li ho vinti tutti e due, sarà anche un caso ma non lo è”.
Ma l’affondo di Mario Cipollini riguarda anche il mondo delle sponsorizzazioni: “Tante cose non capisco. La Enervit: ma davvero avete bisogno di Cassani per pubblicizzare i vostri prodotti? (…) Prendete Francesco Moser come testimonial, a cosa serve Cassani? Suzuki. Siamo la nazionale italiana sponsorizzata dal marchio Suzuki. Io se fossi il CT andrei da Montezemolo e gli chiederei tre Ferrari per una settimana per andare ai mondiali con il portabici magnetico: così quando gli altri ci vedono si cagano tutti addosso perchè siamo italiani, siamo l’eccellenza dello stile e delle macchine. Non ci insegna nessuno a farle. Siamo i più bravi a costruirle. Chissà che parco macchine deve venire fuori da Suzuki per tutto l’entourage… perchè soltanto tre macchine per la settimana del campionato del mondo non bastano e lo sai meglio di me”.
Mario Cipollini nel video è sereno ma è un fiume in piena e non le risparmia nemmeno alla stampa. “In un periodo in cui io dico qualcosa su questo mio profilo riguardo ai giovani, guarda caso Tuttobiciweb e Stagi viene chiamato in soccorso. Ed escono due articoli. Uno in cui tu parli del ciclismo giovanile che si sta riprendendo e uno di Omar Piscina che dice che andresti clonato: ecco che torna la pecora! La prima clonazione è stata la Pecora Dolly. Magari nasce la Cassan-Dolly. Almeno vai in tutta la nazione a spargere quello che sai fare. Perchè fai tutto tu: sei supervisore delle nazionali, commissario tecnico della nazionale, direttore APT dell’Emilia Romagna, testimonial di Pinarello, Suzuki, Enervit e una serie di altre cose. Ma la cosa più schifosa sai qual’è? Che volete portare il Tour de France in Italia. Ma la gente lo sa quanto costa una Grande Departe? Ma con quei soldi lì lo sapete quante cose possono fare la Toscana e l’Emilia Romagna? Non solo per il ciclismo. Ma veramente abbiamo bisogno di questo? Io non capisco”.
Il finale è tutto dedicato a Renato Di Rocco e alla Gazzetta dello Sport: “Questa è la maglia di Campione del Mondo e la Coppa della Milano-Sanremo. Quando diceste che forse mi andavano tolte tutte e due. Se volete sono qua, ve le rendo tutte e due. Però Renato vieni qua tu a prenderla. Sai dove abito. Sono gli unici due trofei che ho in casa con me, li ho tirati fuori per farveli vedere”.
Il video completo è pubblicato qui:
https://www.facebook.com/49870311717/posts/10158391070731718/?vh=e