Lo scorso 21 Aprile 2024 sulle pendici impervie della Redoute, Pogacar decise di spiegare le ali e involarsi verso il successo della Doyenne, la sua seconda, all’inizio di quell’azione arrembante si trovava sulla sua ruota un ragazzo con la maglia di campione danese, il suo nome era Mattias Skjelmose. Appena sceso di bici andò a confidare ai microfoni della TV danese che “ Se ti avvicini troppo al sole ti bruci” riferendosi al fatto che aveva tentato di incollarsi e rispondere a pari Watt all’accelerazione di Pogacar, bruciandosi rapidamente e andando incontro al suo destino, così come Icaro di fronte al Sole.
364 giorni dopo, quel Sole di color arcobaleno è ancora più luminoso e irraggiungibile, quasi nessuno osa più avvicinarsi per paura di bruciarsi e dissolversi nell’anonimato ciclistico, quasi, perchè l’Amstel è da sempre una corsa pazza, negli ultimi anni abbiamo assistito a rimonte impossibili in volata, a fotofinish scritti e poi riscritti, a vittorie di uomini sorprendenti e a grandi stoccate di campioni con Cauberg o senza Cauberg a decretare la linea finale.
Questa Amstel non è da meno, si intuisce subito chè sarà sorprendente come negli ultimi anni quando a poco meno di 50 km dalla fine apre le danze un “ritrovato” Alaphilippe che balla come durante le sue migliori recite, confezionando l’attacco d’elite come se mancassero tre chilometri alla conclusione, alle sue spalle ne approfitta subito Pogi per prendere l’occasione di petto e creare subito il solco con il resto dei pianeti. Poche cotes più in là il francese si finisce, non tiene a mente il mito di Icaro e si scioglie sull’asfalto duro e senza pietà.
I due pianeti che decidono di seguire la loro traiettoria sono Remco Evenepoel e Mattias Skjelmose, tengono il Sole a distanza di sicurezza, non troppo lontano (vantaggio massimo 35″) e non troppo vicino per paura di fare una brutta fine; una volta capito che quel sole oggi non può fargli male si riportano sotto per provare a giocarsi il tutto per tutto in una volata ristretta, lì si che il Sole è battibile. Il Danese dei tre mantiene comunque le distanze dovute e prosegue per la sua linea, scavalcando gli altri di mezza ruota. Dopo l’arrivo guarda in alto e non vede più quel sole, il sole è affianco a lui, di mezza ruota dietro che gli tende un braccio sulla sua spalla, bravo Mattias da domenica anche per te quel sole brucia un pò meno…