Domenica 9 settembre si correrà la 77^ Coppa Dino Diddi, classica per Allievi che si disputa da sempre sulle strade di Agliana (Pt) con il doppio passaggio sul San Baronto a decretare la selezione decisiva.
Questo avvio di 2025, però, con la stesura dei vari calendari ha messo a repentaglio questa manifestazione che rappresenta un vero e proprio patrimonio nazionale per una delle categorie fondamentali nella crescita dei giovani talenti italiani.
Su queste strade sono passati Gianni Bugno, Vincenzo Nibali, Tadej Pogačar, Elia Viviani, solo per citare alcuni dei più illustri a cui vanno aggiunti coloro che rappresentano le speranze più verdi del nostro ciclismo. Nell’edizione 2023, ad esempio, a chiudere in ottava posizione fu Mattia Agostinacchio, neo campione del mondo juniores nel ciclocross o, ancora, nel 2022 un giovane Mark Lorenzo Finn si mise al collo la medaglia d’argento come un saggio della classe che lo ha portato lo scorso anno a dominare la prova iridata tra gli juniores a Zurigo.
Dalla prima edizione del 1948, vinta dal Loretto Petrucci, la Coppa Dino Diddi si è fermata solo una volta: nel 2020 a causa della pandemia da Covid-19; nonostante questa luminosa tradizione e il blasone accumulato a livello internazionale, la manifestazione aglianese ha rischiato di non disputarsi in questo 2025.
Le ragioni, già ampiamente rappresentate nei mesi scorsi dagli stessi organizzatori, sono note e sono dovute all’improvvida sovrapposizione con il Gp di Larciano che si disputa sulle medesime strade: “Da oltre mezzo secolo la nostra corsa si svolge la prima domenica di settembre, non sono bastati la passione, l’impegno ed i risultati ottenuti per tutelare il nostro evento, sia la Federazione che l’organizzazione di Larciano si sono trincerati dietro al fatto che il calendario UCI è blindato da un sistema più grande e quindi di fatto impossibile da modificare” ha illustrato Franco Vettori, autentica anima della Coppa Dino Diddi. “In realtà, a monte di una gara inserita nel calendario UCI, c’è una proposta da parte dell’ente organizzatore che successivamente viene approvata dalla Federazione nazionale e dall’UCI, in un percorso che si sviluppa nell’arco di quasi un biennio. Noi riconosciamo il valore e l’importanza di quello che sta facendo Larciano per far crescere la propria corsa, ma sarebbe stato bello se al tavolo di quella fantomatica programmazione di anni fa, a noi spacciata come un’occasione per far crescere la Toscana del ciclismo, fosse stata invitata anche la nostra associazione per ragionare su qualcosa di strutturato e costruttivo per tutto il movimento ciclistico e per il nostro territorio. Di fatto, le modalità in cui è stata presa questa decisione, rappresentano un chiaro segnale di disinteresse verso il ciclismo giovanile, un sempre più carente dialogo fra federazioni e società organizzatrici, forse viene ignorato con troppa leggerezza che, senza le corse delle categorie giovanili, possiamo considerare finita del tutto l’epoca dei grandi ciclisti italiani, delle grandi maglie e delle grandi medaglie”.
Una riflessione amara quella degli appassionati organizzatori della Coppa Dino Diddi che si adoperano per tutto l’anno nel tenere i rapporti con i team e con i comitati regionali al fine di mantenere sempre altissimo il livello dei partecipanti: “Ci piace pensare che un pezzettino di quelle medaglie vinte da questi ragazzi e festeggiate da tutta la nazione siano un po’ anche nostre, non è giusto essere lasciati soli, sottovalutando quello che significa organizzare una gara ciclistica oggi, a partire dalle responsabilità personali che ci si assume”.
Per la Coppa Dino Diddi, che nel 2025 sarà costretta a cambiare il tracciato, l’edizione settembrina sarà una sorta di ultimatum come spiega lo stesso Franco Vettori: “Quest’anno ci siamo dati l’impegno di provare ad organizzare una nuova edizione della Coppa Dino Diddi, con la promessa che sarà l’ultima se le cose non torneranno ad essere come sono sempre state, riconoscendo lo spazio che merita la nostra corsa. L’unica proposta ricevuta è stata quella di cambiare data dell’evento, senza nessuna progettualità, senza arrivare in maniera concreta a proposte perseguibili, sia per questioni logistiche che di calendario giovanile. Con tutte le problematiche che ne conseguono, abbiamo deciso quindi di cambiare percorso con la speranza di essere riusciti a renderlo ugualmente avvincente e combattuto, con una lunghezza ed un dislivello simile a quello di sempre. Partenza da Agliana per arrivare a Carmignano dove i ciclisti percorreranno un circuito di 3 giri per poi tornare di nuovo ad Agliana. E’ inutile aggiungere, ma giusto ricordare, che in un’epoca dove è complesso di per sè organizzare un evento di questo tipo, la situazione che si è venuta a creare ci porta ad un sostanzioso aumento dei costi. La nostra non è soltanto una gara ciclistica ma un “mondo” vero e proprio, fatto di dedizione, cura e passione, fatto di persone che da oltre 50 anni, esclusivamente con le proprie forze, fanno si che la Corsa prenda vita. Questo vorremmo che continuasse a essere, un piccolo mondo che accoglie i grandi campioni di domani”.
Parole pesanti come macigni, quelle scritte nero su bianco da Franco Vettori e dal suo staff, persone dal cuore grande abituate sempre ad accogliere con il sorriso sulle labbra gli atleti e i team provenienti da tutte le parti del mondo: spegnere la passione di persone così, significa porre una pietra tombale sul futuro del ciclismo giovanile.