Sara Piffer. E’ questo il nome che siamo costretti ad aggiungere alla lunga lista di ciclisti vittime della strada. La sicurezza, sulle strade italiane, per chi sceglie di spostarsi in bicicletta o per chi, banalmente, si trova a percorrerle in allenamento è un lusso che ancora non ci possiamo permettere.
E’ così che un’altra famiglia è costretta a piangere la scomparsa di una giovane ragazza che a quasi 20 anni aveva una vita intera davanti a sè, fatta di sogni e di speranze da realizzare. Una storia e un futuro spazzati via da un incidente stradale, forse da un sorpasso azzardato, forse da una distrazione. Le cause dell’incidente, di fronte a questa ennesima tragedia, purtroppo non fanno la differenza e nemmeno ci restituiscono il sorriso di Sara.
Era in allenamento con il fratello, Christian, sulla strada che collega Mezzocorona a Mezzolombardo, in provincia di Trento, è stata investita da un settantenne che proveniva in senso contrario. Una botta tremenda, inutili i soccorsi del 118, inutile l’intervento dell’elicottero così come i tentativi di rianimarla.
Una settimana fa, a pochi istanti dalla sua rielezione, il Presidente Cordiano Dagnoni, al pari di tutti coloro che erano intervenuti all’Assemblea Nazionale della FCI, aveva indicato il tema della sicurezza come priorità assoluta da rimettere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e della politica. Purtroppo questa nuova tragedia ci obbliga a farlo con estrema urgenza.