Non poteva finire diversamente. Era scontato, il quadriennio a firma Cordiano Dagnoni, non poteva che chiudersi con l’ennesimo errore del Presidente: è lui, infatti, ad aver firmato e sottoscritto, come prevede lo Statuto della FCI, la convocazione dell’Assemblea Nazionale del prossimo 19 gennaio. Ed è stato, quindi, lui ad avvallare l’inserimento di un richiamo errato circa la scadenza per la presentazione delle candidature.
I TERMINI – Il diritto non è una scienza certa, lo spiegano i professori di Giurisprudenza agli studenti universitari alla loro prima lezione. Sempre in quella prima lezione (o al massimo in quella successiva), però, vengono insegnati anche i fondamenti del diritto tra cui il calcolo dei termini che deve essere ben chiaro nella testa di qualsiasi professionista del diritto. E a scrivere la convocazione firmata da Cordiano Dagnoni, evidentemente, è stato qualcuno che nel giorno di quella prima lezione di diritto, aveva qualcos’altro per la testa.
Lo Statuto Federale (Art. 32, comma 2) fissa chiaramente i termini laddove prescrive “Le candidature nazionali e regionali devono essere presentate alla Segreteria Generale ed al Comitato Regionale di appartenenza, pena la loro irricevibilità, rispettivamente entro 40 giorni e entro 15 giorni prima delle relative Assemblee (…)”.
“L’italiano è una lingua maledetta” lamentano sempre i puristi, ma in questo caso dubbi non ce ne sono: la candidatura nazionale va presentata 40 giorni prima dell’assemblea. Tradotto per gli amanti del ciclismo poco avvezzi al diritto: se l’assemblea nazionale è fissata il 19 gennaio 2025, le candidature dovevano essere inviate entro la mezzanotte del 9 dicembre 2024.
Invece la convocazione firmata da Cordiano Dagnoni è doppiamente sbagliata: innanzitutto perchè richiama il termine dei 40 giorni e poi fissa come termine le 23.59 del 10 dicembre 2024. Sbagliato il richiamo del 10 dicembre e, pure sbagliata, l’indicazione delle 23.59 dal momento che in ogni caso il termine sarebbe stato alla mezzanotte e non un minuto prima (nè un minuto dopo).
IL PRESIDENTE E’ IN RITARDO – I malpensanti, leggendo quella convocazione firmata da Cordiano Dagnoni, avevano pensato alla “trappolona” disegnata per tutti gli avversari politici poco attenti. E, invece, in maniera clamorosa, a finire nella rete della scadenza sbagliata, è stato proprio lui, il Presidente Cordiano Dagnoni.
Dagnoni avrebbe inviato la propria candidatura nel pomeriggio del 10 dicembre, vale a dire fuori dai termini fissati dallo Statuto Federale. Sul motivo per cui il Presidente Dagnoni abbia atteso il 10 dicembre per inviare la propria candidatura è giusto il caso di stendere un velo pietoso per evitare considerazioni sulle capacità e sull’adeguatezza del numero uno del ciclismo italiano: perchè non farlo al primo giorno utile evitando ogni tipo di dubbio o contestazione? Evidentemente sarebbe stato troppo facile e banale.
Nonostante questo la Commissione Elettorale ha ritenuto valida la candidatura del Presidente uscente e degli altri candidati che sono incappati nell’indicazione errata della scadenza dei termini. Nel comunicato redatto da Vincenzo Ioffredi, Gaia Campus ed Emanuele Calcagno è stata riportata una motivazione alquanto confusa dove si conferma che nel conteggio “non si computa il giorno di partenza” (vale a dire il 19 gennaio) ma poi comunque si arriva al 10 anzichè al 9 dicembre.
COSA RESTERA? – La verità è che si possono contare i termini anche saltando su una sola gamba e con gli occhi chiusi ma l’errore commesso in fase di convocazione assembleare rimane evidente e difficilmente cancellabile.
Un errore che ora apre la strada a contestazioni, polemiche e ad una valanga di ricorsi che sono già stati annunciati da più parti. La responsabilità di tutto questo, sia chiaro, non sarà di chi si muoverà per far valere le norme statutarie bensì di una dirigenza federale che, anche in questo caso, ha dimostrato la propria inadeguatezza al ruolo ricoperto in questi quattro tragici anni.
C’è da augurarsi solo che sia, finalmente, l’ultimo errore…