Cara FCI,
per la terza volta in questo inverno mi dedichi una pagina del tuo sito ufficiale. Non era mai successo che un giornalista fosse così al centro delle tue attenzioni: ma perchè, cara FCI, hai tutta questa paura della verità? Perchè ci sono temi di cui non si può parlare? Perchè non si possono porre interrogativi fondati senza venir tacciati di malafede?
E ancora: perchè di fronte ad una anomalia, il problema diventa sempre il giornalista che ne scrive e non l’anomalia stessa?
In uno Paese libero come l’Italia dove, fino a prova contraria, vige la libertà di stampa, perchè non si può raccontare dei dubbi su un candidato o di un ricorso che è stato depositato nei tuoi uffici?
Ma poi, soprattutto, ciò che è francamente inaccettabile è leggere sul sito di una federazione sportiva la frase “A prescindere della eventuale falsità o veridicità delle affermazioni contenute nello scritto”.
Ma come?
Se ciò che ho scritto è vero (e non ho dubbi che lo sia visti i documenti) dovresti avviare immediatamente un procedimento nei confronti di chi ha reso possibile il perpetrarsi negli anni di determinati comportamenti.
E se ciò che ho scritto è vero ad essere “contrario ad ogni etica sportiva” è il tuo comportamento di costante minaccia nei confronti di chi non ha paura di raccontare i fatti così come sono.
Se questi fatti poi riguardano “solo alcuni candidati” non è un problema mio. Sono un umile giornalista, non posso risolvere tutti i problemi del mondo, scrivo di ciò che so e di ciò che riesco a conoscere. Se ci fossero altri candidati con le stesse problematiche di Tafi o degli altri di cui abbiamo raccontato in questi mesi, segnalameli, sarebbe interessante poterne parlare.
Se, invece, ciò che ho scritto è falso (e, ribadisco, documenti alla mano non lo può essere) dovresti querelarmi immediatamente e farmi rinchiudere nelle patrie galere.
E quindi, ancora una volta, perchè cara FCI hai paura di guardarti allo specchio e di affrontare la verità?
Perchè non fai chiarezza al tuo interno invece di parlare di Andrea Fin e di interrogarti sul perchè io, nel mio lavoro di giornalista, sono riuscito ad incontrare fonti ben informate e sono riuscito a raccogliere documenti che dimostrano in maniera inequivocabile i fatti raccontati?
E’ forse falso che sia stato presentato un ricorso avverso la candidatura di Andrea Tafi? E’ forse sbagliato raccontare di questo fatto? O è forse sbagliato spiegarlo agli appassionati delle due ruote con i documenti che lo dimostrano?
Cara FCI, in un mondo in cui vengono pubblicate le intercettazioni telefoniche di ogni tipo, perchè ti interroghi sulla pubblicazione di un verbale di assemblea di una società? Un documento che per definizione è pubblico, redatto perchè qualsiasi socio ne abbia interesse possa richiederne copia. Tanto più che in quel documento non vi è nulla di male ma semplicemente si stabilisce un momento temporale per un atto lecito e preciso.
Non voglio scomodare Mario Francese, Carlo Casalegno, Peppino Impastato e Giovanni Spampinato che per me possono essere solo degli inarrivabili esempi del lato migliore del giornalismo italiano. Loro hanno lavorato sodo, si sono informati, hanno indagato, hanno cercato di capire e hanno raccontato ciò che non si poteva raccontare e pazienza se qualcuno oggi li considera “contrari ad ogni etica sportiva”. Il lavoro del giornalista è proprio questo, accendere un faro laddove ci sono zone grigie per aiutare i lettori a capire. Di lecchè al mondo ce ne sono già troppi.
Cara FCI ti auguro un futuro luminoso nel quale tu possa incontrare nel tuo cammino dei dirigenti che sappiano fare chiarezza e agire con trasparenza.
Con immutata passione
Andrea Fin