L’inchiesta pubblicata da Ciclismoweb.net sulle anomalie rilevate riguardo all’attività della Asd Ciclistica Provinciale Treviso, del Comitato Provinciale di Treviso e dei dirigenti Ivano Corbanese e Giorgio Dal Bo’ (CLICCA QUI PER RILEGGERE L’ARTICOLO) ha sollevato una fitta polemica tanto da non poter lasciare indifferenti gli uffici romani della FCI.
Nella serata di ieri è stata pubblicata sul sito ufficiale della FCI una rettifica all’articolo apparso su ciclismoweb.net, avremmo voluto darvene conto ma nessuno ha richiesto nè la rettifica nè la pubblicazione di chiarimenti alla nostra redazione. Potete leggere qui le rettifiche a firma della FCI: CLICCA QUI
Aldilà del titolo roboante adottato dal sito federale, il testo pubblicato di rettifica ha ben poco. Le parole della FCI, infatti, dimostrano che:
√ E’ CONFERMATO che IVANO CORBANESE dal 2009 ad oggi ha usufruito di due tessere FCI con dati anagrafici diversi;
√ E’ CONFERMATO che GIORGIO DAL BO’ nel 2019 e nel 2020 ha usufruito di due tessere FCI con dati anagrafici diversi;
√ E’ CONFERMATO che la FCI dal 2009 al 2020 ha rilasciato proprie tessere a soggetti inesistenti sulla base di dati anagrafici falsi (nello specifico: Ivano Corbanese nato nel 1961 e Giorgio Da Bo);
√ E’ CONFERMATO che nel biennio 2017-2018 la ASD Ciclistica Provinciale Treviso ha avuto un presidente inesistente (l’Ivano Corbanese nato nel 1961);
√ E’ CONFERMATO che nel biennio 2019-2020 la ASD Ciclistica Provinciale Treviso ha avuto un vice-presidente inesistente (il Giorgio Da Bo);
√ E’ CONFERMATO che la ASD Ciclistica Provinciale Treviso opera con sede presso il Comitato Provinciale di Treviso;
√ E’ CONFERMATO che il Comitato Provinciale di Treviso ha delegato alla ASD Ciclistica Provinciale Treviso la gestione delle pratiche burocratiche legate al sistema informatico “Fattore RB”;
√ E’ CONFERMATO che la ASD Ciclistica Provinciale Treviso ha incassato somme a titolo di diritti di segreteria per l’attività di cui sopra nonostante le spese di realizzazione del sistema informatico fossero state sostenute dalla FCI e non dalla società sportiva;
√ E’ CONFERMATO che, almeno per il 2017, le marche da bollo pagate dalle società trevigiane alla ASD Ciclistica Provinciale di Treviso erano già state acquistate dal Comitato Regionale Veneto della FCI;
√ E’ CONFERMATO che l’organismo di vigilanza della FCI nella propria relazione del 2017 informava il Consiglio Federale della segnalazione ricevuta;
√ E’ CONFERMATO che nel 2017 vi è stato un furto di documenti presso il Comitato Regionale Veneto della FCI e che sono stati trafugati proprio alcuni documenti che avrebbero potuto essere utili per ricostruire la vicenda;
√ E’ CONFERMATO che gli organi della FCI, nonostante siano stati resi edotti della problematica, abbiano inteso ancora oggi non adottare alcun provvedimento o avviare alcuna indagine a carico dei soggetti sopra indicati;
√ E’ CONFERMATO che nel programma di Ivano Corbanese, candidato presidente regionale, è presente l’affermazione circa la volontà di realizzare “L’ampliamento a tutta la regione del Fattore RB”;
√ E’ CONFERMATO che il Meeting Giovanissimi 2020 è stato assegnato alla ASD Ciclistica Provinciale Treviso;
√ E’ CONFERMATO che per tale evento la stessa società ha ottenuto il riconoscimento di un finanziamento di 30.000 euro dalla Regione Veneto.
Di fronte a queste conferme ci chiediamo cosa possa essere rimasto di “elettorale”, “inesatto” e “tendenzioso” nell’articolo di ciclismoweb.net tale da portare la FCI a pubblicare una rettifica che è tale solo nel titolo.
Riguardo infine a quanto riportato dalla FCI sul proprio sito, che mira a screditare il lavoro serio e professionale svolto dalla nostra redazione intendiamo comunque rispondere con sei domande.
DOVE E’ STATA LA FCI FINO AD OGGI? – Rispetto al fatto che l’articolo di ciclismoweb.net fosse “elettorale”, “inesatto” e “tendenzioso” vorremmo chiedere al presidente della FCI: ma perchè deve essere un nostro articolo a svelare fatti come quelli documentati dal lavoro della nostra redazione? Perchè gli organi federali deputati a vigilare sul corretto comportamento dei propri tesserati non si sono accorti di queste anomalie che persistono dal 2009 ad oggi?
Come è possibile che ancora, nel 2020, vengano rilasciate tessere a soggetti inesistenti creati con dati palesemente falsi? Dov’è il controllo e la garanzia del sistema federale? Dov’è la giusta rigorosità sull’applicazione di termini e norme che la FCI esige nei confronti degli altri tesserati?
Un dato reso ancor più grave dal fatto che il Fattore K trasmette i dati al Registro Coni che, tra le altre cose, viene utilizzato anche dalla Agenzia delle Entrate come base per le proprie indagini fiscali. E quindi, in caso di controllo, gli agenti del fisco potrebbero facilmente riscontrare che, per il biennio 2017-2018, la ASD Ciclistica Provinciale Treviso ha avuto un presidente legale rappresentante inesistente, in quanto non esiste alcun Ivano Corbanese nato nel 1961.
SOLO EVENTUALI ERRORI ANAGRAFICI? – A meno che non si voglia credere alle fiabe, a Babbo Natale e alla Befana tutti insieme, qualsiasi persona di buon senso non può accettare che l’indicazione di una data di nascita diversa e di un diverso codice fiscale per 12 anni consecutivi da parte di Ivano Corbanese possa rappresentare un semplice “eventuale errore dei dati anagrafici”. Ricordiamo, a chi non lo sapesse, che ogni anno i dati anagrafici vanno confermati sul sistema informatico federale e ogni anno Ivano Corbanese (2009-2020) e Giorgio Dal Bo’ (2019-2020) hanno sottoscritto un modulo che riportava dati personali falsi. Vi ricordiamo anche che nello stesso modulo è riportata testualmente la frase: “Ai sensi della L. n. 445 del 2000, il sottoscritto dichiara sotto la propria responsabilità che i dati sopra riportati sono veritieri.” La legge non ammette ignoranza e gli errori, in questo caso, non sono ammessi.
Se poi volendo pure a credere alle fiabe, ci convincessimo che per 12 anni consecutivi Ivano Corbanese non si fosse realmente accorto dell’errore sui propri dati anagrafici allora ci verrebbe naturale chiederci se il suo profilo sia adatto a quello di un dirigente federale o se una tale “sbadataggine” potrebbe non essere adeguata a chi si propone per guidare un comitato regionale.
NON C’E’ INCOMPATIBILITA’? – Se non c’è incompatibilità tra il presidente provinciale (Dal Bo’) e il membro di un direttivo di una società sportiva (Da Bo’)… allora tutti i problemi sono risolti!
E riguardo alla posizione di Corbanese? Non è dato saperlo, ma potrebbe comunque essere tutto formalmente compatibile. Non è però questo il punto.
Il punto è che non è dato sapere cosa pensi la FCI riguardo all’attività vera e propria portata avanti in questi anni dalla ASD Ciclistica Provinciale Treviso. Nessuna parola circa i diritti di segreteria incassati, le marche da bollo vendute e tutte le altre anomalie. Possiamo solo immaginare quanto fosse ricco e corposo anche il fascicolo dell’istruttoria per l’assegnazione del Meeting Giovanissimi 2020. Talmente ampio da scordarsi ogni elemento riguardo alla gestione e alla funzione della ASD Ciclistica Provinciale Treviso.
NESSUNO HA DENUNCIATO? – Nella propria rettifica la FCI si premunisce di affermare che nessuna anomalia è stata segnalata in questi anni. Una versione smentita categoricamente dalla relazione dell’Organo di Vigilanza della FCI in possesso della nostra redazione nella quale si legge testualmente che lo stesso organo di vigilanza ha acquisito “il verbale di verifica fatta dal Collegio sindacale presso il Comitato del Veneto nel quale vengono evidenziate una serie di anomalie”. A volerli vedere, dunque, i segnali c’erano tutti già dal 2017 ma per il Consiglio Federale è stato più conveniente voltarsi dall’altra parte.
BUCO PROVINCIALE, TOPPA NAZIONALE? – Non è un caso se a rispondere ad una vicenda “locale” sia stata la stessa FCI nazionale. Il collegamento tra le anomalie trevigiane e il mancato controllo da parte dei vertici nazionali è oggi, se possibile, reso ancor più evidente da una rettifica che evita appositamente di entrare nel merito della vicenda. In Umbria, ad esempio, la FCI non è stata altrettanto “morbida” ma ha usato la mano pesante contro l’allora presidente Carlo Roscini. Perchè questo non è successo e non sta succedendo con Treviso nemmeno ora che la situazione è stata portata alla luce?
Perchè la FCI, appresa la notizia apparsa su ciclismoweb.net, invece di prendere le distanze da questi dirigenti e acquisire i documenti per fare chiarezza ha pensato solo a rettificare un articolo “elettorale”?
L’impressione è che si tratti, cosi come accaduto pochi giorni fa per il “caso Rosso”, di una reazione “elettorale”. Screditare un organo di informazione per mettere un tappo alle ormai troppe falle del sistema federale. La nostra redazione ha reso pubblici documenti e informazioni di cui fino ad oggi solo pochi ben informati erano a conoscenza. Comprendiamo il fastidio dei vertici federali nell’apprendere che il “segreto” delle stanze dei bottoni sia stato infranto ma non possiamo accettare che ancora oggi, anche di fronte all’evidenza, si continui a negare dei fatti che sono stati ampiamente provati dai documenti pubblicati.
PRONTO CHI PARLA? – E infine: gli articoli di ciclismoweb.net hanno una identità. Sono pubblicati su di una testata giornalistica online, sono firmati da un giornalista. Perchè la rettifica pubblicata dalla FCI è senza nome? Quale soggetto della FCI ha inteso rettificare il nostro articolo? Stiamo parlando con il Presidente Di Rocco o con chi altro? Ci piacerebbe saperlo. Così, per trasparenza. Un nostro difetto.