Questa mattina, all’ora di pranzo, insieme ad altri 89 indirizzi email, siamo stati destinatari di una lettera aperta del Vice-Presidente della FCI Nazionale, Rocco Marcheggiano che vi proponiamo di seguito in maniera integrale e alla quale, per trasparenza e rispetto dei nostri lettori, abbiamo inteso rispondere pubblicamente come segue.
Alcuni titoli apparsi in questi giorni:
“FCI: Silvio Martinello ha riacceso il confronto”
“Silvio Martinello: vedo sgradevoli operazioni di discredito della mia persona”
“Silvio Martinello: lavoriamo insieme per un ciclismo migliore”
Penso di essere in questo momento la persona con la minor voglia di essere protagonista, in assoluto. Quattro anni di Vicepresidenza FCI mi hanno portato a profonde riflessioni su quanto sia bello, il più delle volte, tacere. Sono arrivato a Roma armato delle più floride intenzioni di cambiare o quantomeno invertire un andamento che, dal “mio Piemonte”, vedevo lanciato in una pericolosa discesa.
Non mi è stato possibile e non è questa la sede per descriverne i motivi; ma dalla mia posizione ho potuto vedere, conoscere e analizzare aspetti e provvedimenti per i quali molte volte ho comunque voluto, senza presenzialismi e proclami, imporre modifiche su decisioni ed esiti.
Sono Rocco Marchegiano e leggo in questi giorni su alcuni siti di ciclismo, specializzati e di settore, una campagna denigratoria verso la Federazione Ciclistica Italiana, con articoli a firma di prestigiosi Direttori, nei quali si attacca la Dirigenza, non per inefficiente o assenza, ma perché avversa nei confronti del nuovo che avanza, sempre utilizzando i soliti sistemi, mettendo in contrapposizione i Dirigenti regionali e con loro, il sistema. Si dimentica, ahimè, troppo velocemente come l’attuale Presidente e l’intero Consiglio, siano riusciti in un momento così difficile a permettere, sostenendone fattivamente la disputa, sia i Campionati del mondo su strada sia i Campionati europei su pista in Italia e abbiano contribuito anche alla disputa di quasi tutti i Campionati italiani di categoria.
L’articolo che mi ha fatto infuriare e obbligato a replicare, è pubblicato dalla testata che non a caso ha sede nella città dell’amico Silvio Martinello (!). Quello che leggo è un palese spot elettorale unilaterale, nel quale si processano le intenzioni e si forzano i concetti, con il solo scopo di illudere i lettori con falsi slogan e provocazioni ridicole; guarda caso incentrate su regioni del Nord, potenziali serbatoi di voto… Nessun cenno alla situazione in altre regioni del Sud Italia. Come mai…?
Tempistiche e regolamenti sono a conoscenza di tutti, piacciano o meno. Non esiste norma che preveda la candidatura sei mesi prima delle elezioni…
E’ balenato, anche per poco, nella mente di chi ha scritto quell’articolo che solo al termine delle emergenze, qualcuno avrà voglia di dire votatemi e solo allora vorrà svelare i propri programmi?
Certamente non mi candiderò, ma le mie preferenze o adesioni andranno a chi ha un progetto reale, attuabile con visioni al futuro prossimo e, soprattutto, compatibili con una nuova organizzazione del nostro movimento di base e societario.
Leggo con attenzione e plaudo solo le ultime righe… sulla necessità di confermare le date delle Assemblee e purtroppo aggiungo, forse annullare quelle già fissate, per non parlare dell’Assemblea Nazionale: visto anche l’ultimo DPCM, sarà possibile organizzarla nei giorni annunciati? Ma allora perché iniziare a dar fiato ai denti o a premere tasti a vanvera?
L’amico Martinello chiede di non polemizzare, di non denigrare l’avversario…. Avanti il secondo…!!! Perché mi sembra che i Suoi gregari elettorali stiano in queste settimane riempiendo i canali social di interventi denigratori al limite dell’insulto verso tesserati federali…Gregari fuori dal movimento da anni e con qualche scheletro di troppo nell’armadio.
Non viene il sospetto che in questa fase, critica e cruciale, il presentarsi imbellettato a cene e comizi, non sia una priorità per chi sta lavorando?
Il resto sono parole d’oggi: solo propaganda!!!
RM
Abbiamo letto con piacere la mail che ci è giunta dal “Ristorante Pizzeria Da Rocco” (possibile che il Vice-Presidente della FCI non abbia un indirizzo e-mail istituzionale?), speravamo in un lauto pranzo ed, invece, ci siamo dovuti accontentare di un dessert colloso ed insipido.
Che il Vice-Presidente della FCI, impegnato a lavorare per il futuro del ciclismo italiano, trovi il tempo per replicare ad un articolo di ciclismoweb.net ci lusinga ma evidenzia anche la palese contraddizione in cui l’amico Rocco Marcheggiano è caduto.
Se lui, come tutti gli altri vertici della FCI sono così impegnati a lavorare come è possibile che si perda tempo per il sito arancione?
Se si lavora così alacremente negli uffici federali perchè si è dovuta attendere il 22 ottobre per conoscere le nuove norme attuative in vista del 2021?
E, infine, se la FCI ha così ben lavorato in questi anni come mai il Vice-Presidente nazionale non è riuscito, parole sue, ad invertire il declino del ciclismo italiano? Non e forse collegabile al fatto che entrare in Consiglio Federale ha significato sino ad oggi smarrire la favella e imparare a tacere? Certo, il silenzio è d’oro, come le medaglie…
Domande che ci sorgono spontanee e che, insieme a tante altre che possono sembrare scomode ma che molto spesso sono necessarie per mettere a nudo la realtà, continueremo a porre, come abbiamo sempre fatto, a chi in questi anni ha assunto la responsabilità di guidare il ciclismo italiano.
Un lavoro di informazione, quello portato avanti dalla nostra redazione, che, libero da sponsor e vincoli di pubblicità, si ispira al principio del giornalismo inteso in maniera internazionale, come il “cane da guardia del potere”. Siamo sempre stati così, dall’ormai lontano 2005 e non è certo arrivato ora il momento per cambiare il nostro modo di fare giornalismo. Il nostro è un ruolo che, peraltro, riteniamo utile a tutto il mondo del pedale e che, comprensibilmente, può infastidire chi è abituato a ricevere solo complimenti da lacchè di ogni tipo e rango.
In riferimento all’articolo in questione, cari amici, vi invitiamo a rileggerlo per farvi una vostra opinione personale (CLICCA QUI per rileggere l’articolo); per quanto ci riguarda si tratta di un servizio che dava conto delle prime sorprendenti reazioni ai messaggi inviati tramite social network da Silvio Martinello. Nessuno obbliga l’amico Rocco a candidarsi oggi, nè le norme federali nè, tantomeno ciclismoweb! Nessuno però si può permettere nemmeno di tacciare di “parzialità” la nostra redazione qualora scriva che l’unico candidato al momento è Silvio Martinello. Non perchè ci riteniamo degli intoccabili ma semplicemente perchè si tratta di un dato di fatto inequivocabile.
Infine, considerato il gentile attacco personale rivolto al sottoscritto, mi sia consentito aggiungere un elemento in favore dei nostri lettori. Credetemi, sarei perfino portato a credere che nell’attuale FCI non si sta minimamente pensando alle prossime elezioni se non fosse che, prima della partenza del Giro d’Italia (fine settembre), era stato lo stesso amico Rocco a chiamarmi per chiedermi conto indicazioni sui movimenti “political-federali” in Veneto e dintorni.
E allora caro Rocco, usando proprio le parole di Silvio Martinello ti rispondo: “Lavoriamo insieme per un ciclismo migliore”.
Andrea Fin
Direttore
Ciclismoweb.net