Avrebbe dovuto segnare la ripartenza della Coppa delle Nazioni Under 23: il Tour de l’Avenir in programma dal 14 al 19 agosto, già ridotto a sei tappe, sarebbe stata l’occasione per tutte le nazionali di fare le prove generali in vista dei Campionati del Mondo.
E, invece, anche la corsa delle giovani stelle è costretta a gettare la spugna. Non è stata sufficiente nemmeno la macchina organizzativa di ASO, che da sempre supporta Alpes Vélo per questo appuntamento, per garantire la sicurezza sanitaria di un evento che avrebbe dovuto ospitare 23 squadre provenienti da tutte le parti del mondo.
“Mentre il protocollo adottato per il World Tour consente di monitorare i principali attori del ciclismo, tra gli Under 23 ci sono troppe disparità tra le garanzie sanitarie che dovrebbero essere adottate prima dell’evento. Per questo risulta impossibile creare una “bolla ermetica” che consentisse di gareggiare in sicurezza” hanno fatto sapere gli organizzatori transalpini.
Inevitabile, dunque, l’annullamento. Non è la prima volta che il Tour de l’Avenir si ferma (non fu disputato nel 1970 e nel 1991) ma il segnale che arriva forte dalla Francia è chiaro: prima di tutto viene la salute pubblica e, se non è possibile garantirla, diventa necessario fermarsi.
L’edizione 2019 era stata vinta dal norvegese Tobias Foss che aveva preceduto l’azzurro Giovanni Aleotti che era tra i principali favoriti dell’edizione 2020 con l’obiettivo di riportare in Italia questo successo che manca dal 1973 quando ad esultare fu Gianbattista Baronchelli.