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Home » Tutte le notizie » Coronavirus: maxi richiesta della FCI al CONI per un milione e mezzo di euro
Ruote Ruggenti

Coronavirus: maxi richiesta della FCI al CONI per un milione e mezzo di euro

Andrea FinBy Andrea Fin2 Aprile 2020
ph MGHI1773

Un milione e mezzo di euro. A tanto ammonterebbe, ma la cifra è spannometrica, la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla FCI al CONI per le gare non organizzate, a partire dalla fine di febbraio a causa del Coronavirus.

ph MGHI17731,5 MILIONI DI RICHIESTA – La richiesta, spedita martedì sera, potrebbe essere accolta. “Abbiamo fatto un conto medio di costi vivi per manifestazione che è stata cancellata da qui al primo giugno, perché avremmo fissato la ripartenza della stagione agonistica proprio in questa data, ovviamente solo per quanto riguarda l’attività italiana su strada e fuoristrada” racconta Ruggero Cazzaniga, presidente nazionale della Struttura tecnica federale. “Ribadisco, costi vivi di una corsa, dalle categorie giovanili a quelle superiori. Costi vivi intendo transenne, giudici, antidoping, tasse federali, eventuali rimborsi obbligati per gare di un certo livello. Si va da quelle che costano tremila euro a quelle che arrivano ai 35 mila euro. Dalle manifestazioni che riguardano le gare dei giovanissimi alla massima categoria, dalle regionali alle internazionali passando per le nazionali. E definendo anche delle fasce. Dai tremila ai cinquemila euro quelle giovanili, dai settemila euro ai quindicimila quelle dagli juniores agli under 23, una fascia, quella delle gare nazionali che va dai 20 ai 25 mila euro e poi oltre fino appunto ai 35 mila euro. Ribadisco, poi i costi vivi di una gara lievitano anche a seconda delle regioni, al sud una gara può costare meno che al nord. Ci si mettono poi gli organizzatori che piazzano le miss, i gadget e tanti alto, io parlo di costi vivi, reali. Insomma un milione di euro che può essere lo specchio reale delle perdite del ciclismo sino ad aprile sperando, che si possa ripartire ai primi di maggio anche se sembra decisamente più reale la data del primo per la nostra attività nazionale. Il ciclismo ha puntato i piedi e credo la spunterà” conclude Cazzaniga.

E’ anche vero però che se non organizzi non spendi. E molti costi vivi, a partire dalle tasse federali per organizzare una gara, servono come entrata per pagare anche la struttura federale intera. Insomma un discorso complesso che riguarda non solo il ciclismo ma l’economia italiana in generale.

CONTRATTO DI SOLIDARIETA’ – E alle perdite economiche legate alle gare si affiancano anche quelle legate ai team. La Federazione Ciclistica ha allo studio in questi giorni una sorta di contratto di solidarietà per gli atleti delle formazioni continental da mettere in campo sotto l’egida del Coni.

Ovvero di quelle squadre che hanno scelto la strada del “semiprofessionismo” ma che devono tutelare i propri atleti e se stesse. Ci sono sponsor che hanno già manifestato l’intenzione di non onorare i contratti in quanto hanno le aziende chiuse e non hanno nemmeno la liquidità necessaria per pagare i propri operai. Altri hanno proposto ai propri atleti il pagamento del 50%, altri devono ancora decidere. Insomma sono infinite le variabili.

Per i professionisti l’UCI sta predisponendo una cabina di regia con i rappresentanti dei team e degli atleti per valutare e coordinare le eventuali riduzioni di stipendi. I dilettanti hanno una sorta di rimborsi spese più o meno formalizzati che senza lo svolgimento dell’attività potrebbero decadere mentre i team Continental hanno contrattualizzato i propri rapporti con gli atleti, compresi quelli economici, come stabilito dalle normative federali.

Anche per questo, per fare chiarezza, quattro team continental italiani (D’Amico UM Tools, General Store, Casillo Petroli Firenze Hopplà e Colpack) hanno preso carta e penna e scritto alla Struttura Tecnica chiedendo lumi su cosa fare in questo momento e in questa situazione così grave: “Ho parlato con la Lega Ciclismo e con l’associazione corridori” spiega ancora Ruggero Cazzaniga “E dopo aver studiato la situazione abbiamo al vaglio un contratto di solidarietà. Se riusciamo a mettere d’accordo tutte le componenti interessate potremmo arrivare ad un risultato importante. Ci stiamo lavorando alacremente senza però mettere in discussione la fideiussione depositata che funge in ogni caso da garanzia”.

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Andrea Fin
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Giornalista, appassionato di ciclismo, ha iniziato a pedalare a 7 anni e dal 2005, insieme a Riccardo Scanferla, ha fondato Ciclismoweb.net diventandone direttore responsabile. Attento osservatore del mondo delle due ruote, oggi è anche un apprezzato opinionista nello studio televisivo di Teleciclismo.

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