Al centro dell’attenzione della scena, sul palco, con il favore delle telecamere e dei tifosi, c’è lui, il fenomeno, il bomber. Peter Sagan. Ironia insita in una allegria e in umorismo che se solo sai duettare ti riesce. Peter è così. Estemporaneo. Lo prendiamo al volo (come risulta anche dalla clip pubblicata ieri sulla pagina Facebook di Ciclismoweb in esclusiva) appena terminata la presentazione del Giro d’Italia, sul parterre.
Richard Carapaz, con la sua umiltà viene lasciato un pò in disparte. Gli domandiamo a bruciapelo: Cosa ti aspetti dalla tappa di Conegliano – Valdobbiadene, Peter? “Prosecco, tanto prosecco. E gli amici di sempre”.
L’edizione numero 103 del Giro d’Italia ci consegna un Peter Sagan, il tre volte iridato, in versione tutta trevigiana. Il campione slovacco cresciuto ciclistica mente nella Marca sembra un bambino con il giocattolo nuovo tra le mani. In tutte le interviste appena terminata la presentazione della corsa rosa negli studi Rai di Via Mecenate a Milano esprime tutta la sua emozione per correre in terra veneta e trevigiana in particolare e non si trattiene dal raccontare a noi la sua ultima “scappata” tra le mura della sua seconda casa, Treviso e provincia.
“Solo pochi giorni fa sono andato a trovare Marco Varisco, un fratello per me e Mauro Da Dalto che mi ha praticamente ospitato in casa per cinque anni”.
Cosa significa tornare da grande corridore e percorrere la tappa Conegliano Valdobbiadene, per te?
“Tornare a casa. Sono curioso di vedere bene il tracciato, ripercorrere le strade che facevo in allenamento da dilettante e poi da professionista con la Liquigas e prima con la Marchiol.. Rivedere il Passo San Pellegrino dove con Zanatta, Amadio, Slongo e i miei compagni di squadra facevamo i ritiri. Cinque anni fantastici che mi sono rimasti nel cuore. E mi rimangono ancora perchè li ho i veri amici, che mi accolgono come accaduto anche qualche giorno fa, come amico non come campione. Treviso è stata la mia casa per cinque anni, la mia seconda patria”.
Gli occhi dei tifosi e degli addetti ai lavori sono tutti puntati sull’immenso Peter Sagan, esploso ciclisticamente con il ciclocross ai mondiali delle Bandie a Lovadina nel 2008 quando Gianenrico Zanardo portò lo slovacco quasi sul tetto del mondo, nella specialità del fango, ancora juniores. E poi alla Marchiol e alla Liquigas. Lui che il tetto del mondo su strada lo ha conquistato per tre volte consecutivamente. Mentre parla così, con gli occhi che gli si illuminano, si accendono anche quelli dei sindaci di Conegliano, Fabio Chies e Luciano Fregonese sindaco di Valdobbiadene ai quali chiediamo il nome esatto della tappa.
Si guardano e decidono, li sul parterre, tra autorità, campioni, sindaci e addetti ai lavori di concordare ufficialmente con noi il nome della tappa. “La chiameremo tappa delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene – decidono in coro Chies e Fregonese -. Dobbiamo dare un significato unico. Il territorio Unesco sono le Colline, il prosecco è un prodotto, e la strada è quella”.
Appunto, quale, chiediamo noi: “Non c’è ancora certezza sul tracciato – spiega Fregonese – A breve lo conosceremo nei dettagli anche noi”.
Significa che ancora si devono decidere le strade ? “Esatto – sottolinea Fabio Chies, primo cittadino di Conegliano -. Il 6 novembre ci sarà un sopralluogo con Rcs e i loro tecnici e li definiremo in dettaglio il tracciato, anche se in gran parte già si conosce”.
Quali le strade da percorrere? “Una tappa di 35 chilometri – spiega il numero uno di Valdobbiadene, Luciano Fregonese -. Partenza da Conegliano, transito per Cà del Poggio poi Solighetto, Col San Martino, Guia, Santo Stefano e San Pietro di Barbozza, in teoria”.