Miguel Angel Lopez lo potremmo definire come il vero mattatore del recente Tour Colombia, corsa che ha vinto dominando, e amministrando al meglio i secondi di vantaggio sui diretti avversari, non solo nell’ultima tappa con arrivo sulla temuta salita di Alto Las Palmas, ma anche nelle precedenti frazioni andando ripetutamente in fuga mostrando una forma fisica perfetta e la voglia di vincere quella che è la corsa più importante della Colombia, la sua terra.
Nato a Pesca, professionista dal 2015 con il team Astana, brillante terzo posto al Giro d’Italia e alla Vuelta di Spagna dell’anno scorso, si metteva già in mostra nei primi anni tra i professionisti vincendo nel 2015 una tappa con arrivo in salita nella Vuelta a Burgos, aggiudicandosi anche la classifica giovani, mentre nel 2016, tra altri importanti risultati, vinceva il Tour de Suisse davanti al francese Warren Barguil.
Si presenta come un corridore molto determinato e orientato all’obiettivo. Giovane, ottimo scalatore che spinge il giusto rapporto in salita e che mantiene sempre un buon stile in bicicletta, non teme però le cronometro, anzi, sa che saranno ancora più decisive nel prossimo Giro d’Italia che presenterà ben tre prove contro il tempo, Giro dove sarà chiamato non solo a confermare il podio dell’anno scorso ma anche a migliorarsi.
Sei giunto terzo al Giro d’Italia dell’anno scorso, qual’è il tuo obiettivo per il Giro di quest’ anno anche considerato che ci sono tre cronometro? Stai cercando di migliorarti nelle prove contro il tempo?
“Si, il Giro quest’anno prevederà tre cronometro e mi sto preparando con degli allenamenti specifici per questo tipo di prove. Il mio obiettivo è sempre quello di migliorare le mie prestazioni, a prescindere dai risultati che ottengo, per cui al Giro sarò chiamato non solo a confermare il terzo posto conquistato l’anno scorso”.
Sempre al Giro dell’anno scorso ti abbiamo visto spesso lottare con Richard Carapaz, che rapporto hai con lui?
“Richard è un amico e compagno di grandi battaglie in gara, ci alleniamo qualche volta insieme ma trascorriamo insieme anche del tempo libero”.
E fra corridori colombiani c’è rispetto?
“Si, c’è molta competizione tra di noi, ci rispettiamo ma nessuno regala niente a nessuno”.
Oltre al Giro quale altra corsa a tappe farai?
“E’ ancora presto per dirlo, con l’Astana non abbiamo ancora programmato nulla dopo il Giro. Dopo il Tour Colombia farò un mese di riposo, poi riprenderò le corse in preparazione del Giro ma per il resto decideremo il prosieguo della mia stagione più avanti, un passo alla volta”.
Come mai in Colombia molta gente va in bicicletta e il ciclismo è cresciuto in maniera così forte?
“Già dagli anni ’80 il ciclismo qui in Colombia ha cominciato ad andare forte, non solo ora, adesso si è sviluppato ancora di più. La Colombia è una terra di grandi campioni che a loro volta diventano simboli per il popolo colombiano. Credo sia molto seguito come sport anche per un fattore culturale, e ciò lo avrete notato da quante persone di giorno e anche in tarda sera salgono con la loro bicicletta lungo la salita di Las Palmas”.
Stai per diventare papà di un maschietto, quindi diventerà anche tuo figlio un forte corridore?
“No, spero diventi un bravissimo golfista!”
E tu, oltre al ciclismo, hai passione per qualche altro sport?
“Si, mi piace molto pescare. Nella città dove vivo, Pesca – Boyacà – ci sono laghi e sono vicino anche al lago di Tota dove è facile pescare e a volte mi tuffo nonostante l’acqua fredda, mi diverte molto e mi rilassa”.
Qual’è la cosa che ti piace di più dell’Europa?
“Mi piacciono diverse cose dell’Europa, prima fra tutte il cibo! Ma anche in Colombia si sta bene!”
Qual’è la corsa che ti piacerebbe vincere in futuro?
“Tutto, io voglio vincere tutto! Non c’è una corsa che preferisco più dell’altra, voglio vincere il più possibile!”