Inverno caldo per il sistema FCI con numerose richieste di trasferimenti all’orizzonte e ben poche certezze in mano ai dirigenti federali. Al centro dell’attenzione di tutti o quasi i comitati regionali della FCI ci sono le richieste di svincolo che arrivano da ogni parte: atleti di ogni categoria in uscita dalle società e dalle regioni.
Dirigenti e istituzioni che si aggrappano a consuetudini obsolete o al “si è sempre fatto così” pur di difendere il proprio centro di potere in barba alla sportività, al fair play e all’attenzione che ci dovrebbe essere nei confronti dei minorenni.
Situazioni che spingono a porsi delle domande e chiedersi se non sia l’intero sistema a dover essere rivisto e aggiornato; è di pochi giorni la lettera scritta dal presidente del Comitato Regionale Lombardo, Cordiano Dagnoni, al Presidente Renato Di Rocco, con l’obiettivo di porre all’ordine del giorno del prossimo consiglio federale una riforma che potrebbe rivelarsi epocale.
La Lombardia vorrebbe abolire del tutto i vincoli regionali, rendendo, di fatto, libero, il ciclomercato a livello nazionale: “A nostro parere questa è una regola che non ha più motivo di esistere dal momento in cui possono essere valutate delle valide soluzioni che mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione: ovviamente la nostra proposta non ha la pretesa di dover essere vista come la panacea ai problemi del tesseramento Nazionale, ma come una valida base di partenza per una discussione costruttiva che possa portare alla risoluzione dell’annoso problema in oggetto” si legge nella lettera sottoscritta da Dagnoni.
Il CR Lombardia che ha sede a Milano, nello stesso palazzo della Struttura Tecnica Federale presieduta da Ruggero Cazzaniga, si fa portavoce di una proposta rivoluzionaria che potrebbe avere ancora maggior portata in vista dell’abolizione, anche in campo juniores, delle “formazioni plurime”.
Trasferimenti liberi in entrata ed in uscita dalle regioni dunque, questo l’auspicio del Comitato Lombardo con dei correttivi: i tesserati extra-regionali, infatti, resterebbero legati alle regioni di residenza per le convocazioni ai tricolori e alle prove su strada, pista e fuoristrada con le rappresentative regionali.
Una proposta di liberalizzazione che arriva “fuori tempo massimo” in vista del 2019 e che appare solo “parziale” di fronte ad un sistema che andrebbe probabilmente rivisto in maniera integrale e armoniosa. Ma anche una provocazione che ha il pregio di riaprire il dibattito sui trasferimenti dove è ormai indifferibile la necessità di integrare la giusta libertà per gli atleti con una adeguata tutela degli interessi delle società.
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